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Fine delle importazioni europee di gas dalla Cina

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Le autorità cinesi hanno detto alle compagnie energetiche statali di smettere di rivendere il gas naturale liquefatto (GNL) russo all’Europa. Lo riporta il sito OilPrice.com.

 

Pechino stava rivendendosi il gas di Mosca all’Europa da diversi mesi, approfittando della follia delle sanzioni europee: invece che arrivare comodamente via tubo, il gas veniva spedito via nave dalla Cina, attraversando, molto ecologicamente, tutto il pianeta per essere rivenduto ad un prezzo maggioratissimo ai disperati Paesi UE.

 

Questo costoso loophole, questa scappatoia ebete per l’Europa in carestia energetica conclamata è ora finita. La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma della Cina ha dato la direttiva alle compagnie energetiche cinesi Sinopec, PetroChina e CNOOC, al fine di garantire la fornitura di gas naturale alla Cina questo inverno.

 

L’India starebbe facendo la stessa cosa con il petrolio russo.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Cina ha avuto seri problemi energetici lo scorso inverno, con blackout che hanno colpito varie parti del Paese. L’inverno preoccupava a tal punto le autorità di Pechino che comandarono ai cittadini di far scorte.

 

Per risolvere i problemi di interruzione di corrente, pochi mesi fa la Cina aveva ordinato un aumento dell’uso del carbone a fine energetico. Già l’anno scorso si era visto come India e Cina fossero le prime Nazioni al mondo per produzione di energia basata su carbone.

 

L’Europa resta dunque con una fornitura di gas in meno. Anche se volesse tornare sui suoi passi e ricevere comodamente il gas via tubo, l’attacco ai gasdotti Nord Stream complicherebbe le cose.

 

Tuttavia, funzionari russi hanno dichiarato che una parte cospicua del rifornimento energetico europeo potrebbe passare attraverso il gasdotto TurkStream, al momento ancora funzionante.

 

E non va scordato come il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, parlando alla Settimana dell’Energia Russa la scorsa settimana abbia di fatto garantito agli europei di essere pronto a riaprire i rubinetti del gas, che, anzi, sono stati chiusi non dai russi, ma dalla UE.

 

 

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