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Finale di biliardo femminile giocata da due maschi

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Un campionato di biliardo in Gran Bretagna ha visto due transessuali nati maschi sfidarsi per il titolo femminile. Lo riporta Reduxx, testata che si sta battendo per l’ingiustizia transessualista che colpisce tutti gli sport.

 

Lucy Smith e Harriet Haynes, entrambe nate uomini, hanno gareggiato domenica per il campionato Women’s Pros Series 2, con quest’ultima che si è portata a casa il titolo e un premio di 1.800 sterline (circa 2100 euro), mentre la seconda classificata Smith ha ricevuto 900 sterline (circa 1000 euro).

 

I restanti piazzamenti in cima ottengono 2.700 sterline, e questo è combinato con 16 giocatori pagati in totale. Quindi in questo caso, i maschi biologici riceveranno la stessa quantità di denaro di tutte le 14 donne con cui hanno «gareggiato».

 

Haynes ha concluso la stagione 2024 come giocatrice al primo posto nella Ultimate Pool Pro Series e sembra sulla buona strada per difendere quel titolo nel 2025. Haynes ha concluso anche come giocatrice al primo posto nel 2022 e si è classificata seconda nel 2023. Lucy Smith si è classificata sesta nel 2024 e quinta nel 2023.

 

Haynes ha rilasciato un’intervista al giornale britannico The Independent lo scorso dicembre, in cui ha descritto nei dettagli la sua causa contro la English Blackball Pool Federation dopo che nel 2023 ha approvato delle regole che vietano alle persone transgender di partecipare agli eventi femminili, sebbene le restrizioni non siano ancora state revocate.

 

«Non mi sono mai considerata una vera pioniera. Sono solo una donna che cerca di vivere la sua vita e tutto ciò che voglio è essere trattata come qualsiasi altra donna», ha detto Haynes, aggiungendo: «Lavoro in un ambiente d’ufficio e vengo trattata come una donna ogni singolo giorno per il resto della mia vita. Questo è l’unico aspetto della mia vita in cui non lo sono».

 

Come riportato da Renovatio 21, il biliardo, come ogni altra disciplina (il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket, il ju jitsu, etc.), era già stato colpito dal transessualismo sportivo: in un’episodio noto, Alexandra Cunha, 49 anni, capitano della squadra nazionale di biliardo femminile portoghese, si è ritirata dal torneo International Rules Pool Tour, incolpando i recenti cambiamenti alle regole da parte dell’autorità governativa dello sport, la World Eightball Pool Federation.

 

L’opposizione della Cunha ai maschi che giocano nelle categorie femminili arriva dopo che aveva recentemente perso contro un giocatore transgender.

 

«Gioco a biliardo da quando avevo 17 anni e sono quinta al mondo, ma sto rischiando di buttare via tutto perché odio l’ingiustizia», ​​aveva detto la Cunha al giornale britannico Daily Mail. «Recentemente ho giocato contro un giocatore transgender e quando ho perso sono rimasta distrutta».

 

Nonostante negli USA l’amministrazione Trump abbia tentato di limitare la presenza maschile negli sport femminili, la scorsa settimana una schermitrice è stata squalificata ed espulsa da un torneo di scherma degli USA dopo essersi inginocchiata per protestare contro un avversario transgender biologicamente maschio.

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Immagine screenshot da YouTube

 

 

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