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Ex maggior generale accusa la leadership israeliana di uccidere i bambini «per hobby»

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Yair Golan, leader del Partito Democratico Israeliano, ha scatenato una tempesta di polemiche in Israele con le sue recenti dichiarazioni sulla leadership dello Stato Ebraico all’emittente pubblica Kan.

 

Golan è un maggior generale in pensione ed ex Vice Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e ora milita presso il Partito Democratico, formazione politica che è il risultato della fusione, avvenuta nel giugno 2024, tra i partiti Laburista e Meretz, che ora detiene quattro seggi alla Knesset, il Parlamento dello Stato Israeliano.

 

Nell’intervista a Kan, il Golan ha avvertito che «Israele sta per diventare uno Stato paria, come lo è stato il Sudafrica, se non torniamo a comportarci come un paese sano di mente», aggiungendo che un Paese sano di mente non combatte contro i civili, non uccide bambini per hobby e non si pone l’obiettivo di espellere popolazioni».

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Dopo aver criticato duramente la condotta israeliana nella guerra nella Striscia di Gaza, in un’apparizione al programma matutino di Kan, Golan ha dichiarato che «questo governo è pieno di personaggi vendicativi, poco intelligenti e immorali», aggiungendo che tale condotta è ben lontana dall’ebraismo, nonostante molti dei partiti della coalizione siano religiosi.

 

«Questi ministri sono semplicemente orribili. Non è possibile che noi, il popolo ebraico, che abbiamo subito persecuzioni e pogrom, ci trasformiamo in coloro che fanno questo agli altri», ha riportato i24News.

 

L’ex vertice militare ha anche affermato con insistenza che il governo israeliano è impegnato in una «guerra per motivi di sopravvivenza, non di sicurezza», riferendosi al fatto che il primo ministro Beniamino Netanyahu sta usando la guerra per evitare di finire in prigione a causa di accuse di corruzione, per non parlare di accuse più gravi che potrebbe dover affrontare in conseguenza della guerra in Palestina.

 

 

Il Netanyahu è quindi andato su tutte le furie, rilasciando una dichiarazione: «condanno con veemenza la selvaggia istigazione di Yair Golan contro i nostri eroici soldati e contro lo Stato di Israele». «L’IDF è l’esercito più morale del mondo» ha assicurato il premier dello Stato degli ebrei, definendo i commenti di Golan come «spregevoli calunnie antisemite contro i soldati dell’IDF».

 

Altri leader di partiti allineati all’attuale politica bellica dello Stato Giudaico hanno rilasciato dichiarazioni simili.

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Le parole del Golan rappresentano una crescente volontà da parte di israeliani e di altri di denunciare finalmente ad alta voce il disastro genocida implementato in questi anni dalla leadership israeliana.

 

Come riportato da Renovatio 21, altre voci di funzionari levatesi in questi mesi hanno trovato il culmine nel caso di Ronen Bar, il capo dei servizi di sicurezza interni Shin Bet, che ha denunciato i coloni estremisti come un pericolo con Israele, ricevendo in cambio dal ministro sionista Itamar Ben-Gvir accuse riguardo la responsabilità dell’agenzia nella strage del 7 ottobre 2023. Il Bar è arrivato a dichiarare che bisogna salvare gli ebrei da Netanyahu.

 

Nel frattempo, le forze militari israeliani sembra non conoscere confini anche con gli stranieri: dopo gli attacchi in Libano al contingente ONU UNIFIL di qualche mese fa (con i soldati italiani costretti a fuggire in un bunker), ieri sono stati sparati colpi anche in prossimità di una delegazione di diplomatici da due dozzine di Paesi europei e non.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr; Yair Golan è a destra nella foto.

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