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Ex ambasciatore statunitense accusato di essere una spia cubana

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Un ex diplomatico statunitense, che in precedenza era stato ambasciatore di Washington in Bolivia, è stato arrestato con l’accusa di lavorare segretamente per conto del governo cubano, ha riferito l’Associated Press.

 

Manuel Rocha, 73 anni, è stato arrestato a Miami venerdì, ha riferito domenica l’AP, come parte di una lunga operazione di controspionaggio dell’FBI. Ulteriori informazioni sulle accuse contro Rocha verranno rese note lunedì durante la comparizione in tribunale, ha riferito l’agenzia di stampa citando informazioni fornite da due fonti anonime a conoscenza del caso.

 

Il rapporto aggiunge che le accuse del Dipartimento di Giustizia contro Rocha affermano che ha lavorato per promuovere gli interessi del governo cubano. La legge federale impone a chiunque lavori per conto di una potenza straniera all’interno delle infrastrutture del governo statunitense di registrarsi presso il Dipartimento di Giustizia secondo i termini del Foreign Agents Registration Act (FERA).

 

Il Dipartimento di Giustizia, che negli ultimi anni ha tentato di reprimere il lobbismo straniero illegale a Washington, ha rifiutato di commentare quando è stato contattato dall’AP. Né Rocha né chiunque lo rappresenti ha finora commentato le accuse contro di lui.

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Per decenni gli Stati Uniti hanno teso le relazioni diplomatiche con Cuba e mantengono un embargo commerciale, economico e finanziario contro L’Avana che rende illegale per le società statunitensi fare affari con il Paese.

 

Peter Strzok, ex vicedirettore della divisione di controspionaggio dell’FBI, ha dichiarato in un post sui social media dopo la notizia dell’arresto: «da Rocha ai 5 cubani a Kendall e Gwendolyn Myers ad Ana Montes, fino a una notevole serie di successi nella corsa agenti doppi, i servizi segreti cubani sono molto, molto bravi».

 

Rocha, nato in Colombia e istruito nella Ivy League, è un veterano di oltre vent’anni nei servizi esteri degli Stati Uniti, con gran parte del suo lavoro concentrato sull’America Latina. Nel 1997, è stato nominato il massimo diplomatico di Washington in Argentina prima di essere nominato nel 2000 come ambasciatore degli Stati Uniti in Bolivia.

 

In seguito attirò il disprezzo della gente del posto nel 2002, quando intervenne nella corsa presidenziale della Bolivia, avvertendo che gli Stati Uniti avrebbero potuto tagliare gli aiuti al Paese economicamente sottosviluppato se l’ex coltivatore di coca Evo Morales fosse stato eletto, scrive RT.

 

I commenti di Rocha, che i boliviani hanno visto come un tentativo di consacrare ulteriormente gli interessi degli Stati Uniti nella regione, si sono in gran parte ritorti contro e hanno rafforzato il sostegno a Morales. Il successore di Rocha fu espulso tre anni dopo, dopo che Morales salì al potere, accusando l’inviato americano di cercare di incitare una «guerra civile».

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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