Animali
Eutanasia per la tigre malata di COVID. (Meglio di Tiger King)
La notizia è rimbalzata in tutto il mondo. Una tigre e due leoni avrebbero preso il COVID in giardino zoologico in Svezia.
Lo ha reso l’Istituto svedese di veterinaria; la positività al virus è stata poi accertata da laboratori tedeschi. Pochi giorni fa avevamo appreso la notizia dei gorilla americani asintomatici (come capita anche alla papaya e alla Coca-cola).
Ci tengono a far sapere che la povera bestia aveva gravi sintomi respiratori e pure neurologici, senza spiegare quali – soprattutto i resoconti dicono che la tigre era di «età avanzata» e aveva «scarse possibilità di guarigione»
La sfortunata tigre nordica positiva al tampone, una femmina di età avanzata (a 17 anni un felino giovane non è) è stata quindi vittima di una specialità di certi Paesi del Nord, l’eutanasia. Ci tengono a far sapere che la povera bestia aveva gravi sintomi respiratori e pure neurologici, senza spiegare quali – soprattutto i resoconti dicono che la tigre era di «età avanzata» e aveva «scarse possibilità di guarigione».
Il paradosso è che ci siamo a lungo lamentati dell’eutanasia che rende gli uomini degli animali da abbattere a piacimento, ora vediamo ben avviato il contrario: l’umanizzazione dell’animale, «anziano» e «malato incurabile» pur di procedere con la puntura della morte.
Una storia meglio di quella di Tiger King, la serie dell’anno, il documentario sugli allevatori di tigri americani e le loro follie, che amano e conservano i grandi felini ma alla bisogna possono anche ammazzarli. Chi meglio della Svezia – Paese dove l’eugenetica andava fortissimo, e dove, come riportato da Renovatio 21, anche durante il COVID la sanità ha fatto un po’ di strage – poteva creare una situazione dove la degradazione della dignità umana si riflette perfino dal trattamento degli animali?
Tuttavia il pensiero, più che alle tigri eutanatizzate, va a tutte quelle morti da triage (la rinuncia della medicina a curare il malato che arriva) che possono essersi prodotte con la follia del COVID.
Tuttavia il pensiero, più che alle tigri eutanatizzate, va a tutte quelle morti da triage (la rinuncia della medicina a curare il malato che arriva) che possono essersi prodotte con la follia del COVID.
Certo, una tigre svedese fa notizia. Centinaia di anziani italiani, no: anzi, invece che mandare i reporter, i giornali seppelliscono ogni possibile spiffero.
Il senso della Necrocultura è questo: degradare l’uomo, se necessario anche innalzando l’animale – e portare tutti alla morte.