Eutanasia

Eutanasia approvata con la forza dal Parlamento portoghese

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Il Parlamento portoghese ha riapprovato la legge sull’eutanasia senza modificare il testo a cui il presidente Marcelo Rebelo de Sousa aveva posto il veto. Il veto, a cui il presidente si è opposto per la quarta volta, è stato annullato e la legge sarà promulgata.

 

L’articolo 136 della Costituzione portoghese prevede che quando il Presidente della Repubblica ha esercitato il suo veto, se l’Assemblea conferma il suo voto a maggioranza assoluta dei deputati in carica, il Presidente deve promulgare il testo.

 

I Socialisti, il Blocco di Sinistra, gli animalisti e l’Iniziativa Liberale – unico partito conservatore a sostenere la proposta –, oltre ad alcuni parlamentari del Partito Socialista Democratico, hanno sostenuto la legge, ottenendo così la maggioranza assoluta nella Camera.

 

La destra non liberale ha bocciato fermamente la legge e ha minacciato di ricorrere alla Corte Costituzionale, che si è già pronunciata contro un precedente testo per motivi tecnici.

 

Il presidente, che è cattolico conservatore e praticante, deve ora promulgare la legge. Ha otto giorni per farlo e la legge entrerà in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione nel Diario de la República.

 

Il testo approvato stabilisce che la morte medicalmente assistita è quella che «deriva dalla decisione propria della persona», e si applica agli adulti che presentano una grande intensità di sofferenza, lesioni permanenti di estrema gravità o malattia grave e incurabile, e quando eseguita o assistita da un professionista medico.

 

La legge dà la priorità al suicidio assistito e può essere applicata nel caso di pazienti che non sono fisicamente in grado di farlo da soli. Inoltre, la legge limita la procedura ai cittadini portoghesi o alle persone residenti nel Paese.

 

Reazioni dei difensori della vita

Gli oppositori della depenalizzazione dell’eutanasia si rammaricano che la questione non sia stata oggetto di referendum e auspicano che la Corte costituzionale venga nuovamente adita dai parlamentari dell’opposizione.

 

«È un capriccio dei deputati che non hanno voluto ascoltare nessuno», ha affermato José Seabra Duque, membro della Federazione portoghese per la vita. Ma «la lotta non si ferma qui», nota un osservatore, perché molti medici rischiano di invocare l’obiezione di coscienza come fanno alcuni in relazione all’aborto, legalizzato nel 2007 con un referendum.

 

L’eutanasia e il suicidio assistito sono ormai autorizzati in una manciata di Paesi europei, come quelli del Benelux, il primo ad averli autorizzati, e della vicina Spagna. Secondo la volontà del presidente Macron, la Francia dovrebbe presto vedere una legge presentata per la discussione in Assemblea.

 

Notiamo ancora una volta l’intollerabile paradosso: la pena di morte è stata abolita in Portogallo nel 1867: non ci sono quindi più carnefici in questo paese. Ma l’aborto è stato legalizzato nel 2007 e l’eutanasia nel 2023 e sono i medici, che hanno dedicato la loro vita a prendersi cura dei loro pazienti e salvare vite umane, gli incaricati di essere i nuovi carnefici in questo Paese.

 

È la funzione stessa del medico che viene così snaturata.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

Immagine di Mark Hillary via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

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