Pensiero

Entrare in una chiesa oggi: sanificazione delle mani o purificazione dell’anima?

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Una ritualità che è andata scomparendo in tutte le funzioni religiose è lo scambio della pace.

 

Eh si, bisogna evitare contatti causa virus e di conseguenza sono state abolite le strette di mano; poco male in fondo, perché a volte, nelle funzioni moderniste, questo rito era diventato una specie di confusione collettiva, dove si passava da una panca all’altra a sbaciucchiare, ad abbracciare, ad accarezzare il fedele di turno noncuranti del fatto che la solennità del momento richiederebbe ben altra atmosfera.

 

Lo spettacolo da balera dello scambio della pace durante la messa, per ora, non lo subiamo più: un piccolo vantaggio ottenuto dalla «pandemia»

L’attimo prima di ricevere il Sacro Corpo di Nostro Signore dovremmo quantomeno raccoglierci in silenzio e preghiera, possibilmente in ginocchio, in quanto l’Eucaristia è il sacramento che, sotto le apparenze del pane e del vino, contiene realmente, Corpo, Sangue, Anima e Divinità del Nostro Signore Gesù Cristo per il nutrimento delle anime. 

 

Questo spettacolo da balera dello scambio della pace, per ora, non lo subiamo più: un piccolo vantaggio ottenuto dalla «pandemia».

 

Ma un’altra ritualità è nata dopo la comparsa di questo virus: la sanificazione delle mani.

 

Quelle mani che prima venivano intinte nell’acquasantiera, oggi vengono unte dal gel. L’acqua Santa, che può avere benefici enormi, fino a ottenere miracoli e guarigioni, è scomparsa da quasi tutte le chiese

Quelle mani che prima venivano intinte nell’acquasantiera, oggi vengono unte dal gel. L’acqua Santa, che può avere benefici enormi, fino a ottenere miracoli e guarigioni, è scomparsa da quasi tutte le chiese.

 

Al contempo ha fatto l’entrata in scena l’Amuchina (o chi per essa), che ci sanifica le mani, ma, ahimè, non l’anima. L’intenso attimo prima di ricevere il Corpo di Cristo è sporcato da un sottofondo di sottile rumore di boccette che si aprono, di spray che spruzzano la «nuova acqua santa» sulle mani che a loro volta si sfregano tra loro con un suono che oramai è diventato sgradevolmente caratteristico.

 

Una volte pulite le mani siamo così sicuri di esse pronti a ricevere l’ostia? Non dovremmo «pulire» la nostra anima invece?

 

Spero che ognuno di noi, in coscienza, l’abbia fatto. «L’Eucaristia, in chi la riceve degnamente, conserva e accresce la grazia, che è la vita dell’anima, come fa il cibo per la vita del corpo; rimette i peccati veniali e preserva dai mortali; dà spirituale consolazione e conforto, accrescendo la carità e la speranza della vita eterna di cui è pegno».

«Nel momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere» San Pio X

 

Non sta a me sentenziare. Le mani igienizzate, però, sono indegne a ricevere il Corpo di Nostro Signore, ma a quello la nuova chiesa ci ha abituato da tempo, nonostante quanto ribadito da San Pio X:

 

«Nel momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere».

 

E queste mani che si apprestano a ricevere quanto di più prezioso e divino ci possa essere, una volta ricevuto il Pane consacrato, fanno dei giri strani cercando ti togliersi e rimettersi subito la tanto amata mascherina, dimenticandosi che la salvezza è quella appena poggiata – anche se indegnamente – sulle loro mani, ma la brandeggiano come un qualsiasi altro oggetto prima di portarsela alla bocca.

 

E poi siamo proprio sicuri che nessuno approfitti di queste «protesi facciali a becco d’anatra» per nascondere il pane Sacro per poi portarlo altrove?

 

Siamo proprio sicuri che tutti i preti e i loro chierichetti vigilino con attenzione? Chiedo, anche se a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca.

 

Non tradire la nostra Fede in nome di questa nuova fede fatta di sostanze igienizzanti, maschere facciali che oltraggiano la nostra dignità e «salvifici sieri benedetti» che tentano in ogni modo di inocularci

Se si considerassero per un solo attimo soltanto l’importanza ed il valore della Particola consacrata, «ogni ginocchio si piegherebbe» e nessuno si sentirebbe degno di tenerla nelle mani, neppure per pochi istanti.

 

Ciò detto, torniamo a Colui che può realmente salvarci e torniamo a Lui con enorme umiltà, ma anche con il coraggio di non tradire la nostra Fede in nome di questa nuova fede fatta di sostanze igienizzanti, maschere facciali che oltraggiano la nostra dignità e «salvifici sieri benedetti» che tentano in ogni modo di inocularci.

 

 

Francesco Rondolini

 

 

 

 

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