Alimentazione

Ecco le mascherine al profumo di bacon e pollo

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Era inevitabile che le mascherine, onnipresenti e premute forte a contatto con il consumatore divenissero luogo di conquista del marketing.

 

Ecco quindi che questa settimana, la catena di fast food americana Jack in the Box sta regalando mascherine all’arome di pollo, in modo che il consumatore possa inalare il profumo del succulento pollame dello sponsor rispettando le linee guida dei Centri per il Controllo e la prevenzione delle Malattie e i requisiti locali rispetto alla mascherina – «un vantaggio per tutti» scrive entusiasta il Washington Post. Una mossa vincente, a quanto pare, per i superfan della carne di pennuto attenti però alla sicurezza epidemica.

Era inevitabile che le mascherine, onnipresenti e premute forte a contatto con il consumatore divenissero luogo di conquista del marketing.

 

A vederla tutta, la faccenda si complica ulteriormente: secondo il sito web dell’azienda, l’omaggio della maschera è una promozione per il nuovo «Unchicken Sandwich» di Jack in the Box. Questa è la nuova offerta di finta carne di pollo, cioè «carne sintetica» a base vegetale,  un tortino di proteine ​​di piselli che sostituirebbe in termini di sapore l’hamburger di pollo.

 

Questo è il marketing del 2020: per celebrare il pollo finto, offrono alle persone la possibilità di trascorrere le loro giornate in una nuvola di profumo di vero pollo, in pieno rispetto dell’emergenza COVID.

 

Questo è il marketing del 2020: per celebrare il pollo finto, offrono alle persone la possibilità di trascorrere le loro giornate in una nuvola di profumo di vero pollo, in pieno rispetto dell’emergenza COVID

Jack in the Box è in compagnia dell’azienda di carne Hormel, che sta distribuendo una mascherina imbevuta nel profumo di bacon, e per giunta della tipologia premium detta «black label»: pancetta etichetta nera, su per le narici in conformità alla legge antivirus.

 

L’uso della museruola pandemica odorosa è una trovata dei pubblicitari che supera di gran lunga l’acqua di colonia al barbecue che Burger King ha sperimentalmente diffuso in Giappone. Gli effetti sull’organismo del respirare tutto il giorno odori stimolanti di cibo ci sono sconosciuti.

 

La prima analogia leggermente più recente, dobbiamo guardare alle maschere indossate dai medici durante i focolai di peste del XIV e XVII secolo. I loro nasi lunghi e simili a becchi erano tipicamente imbottiti con erbe profumate e prodotti botanici, pensati per avere proprietà anti-malattie, con l’ulteriore vantaggio di coprire l’odore della morte.

 

Speriamo solo che le Coop non copino l’idea altrimenti ce la ritroviamo nel prossimo DCPM

Intanto a morire, qui, è il buonsenso e il buongusto – e speriamo solo che le Coop non copino l’idea altrimenti ce la ritroviamo nel prossimo DCPM.

 

 

 

 

Immagine di Hormel Foods

 

 

 

 

 

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