Gender

Ecco la Giornata della visibilità degli ex-gay

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Il Ruth Institute, un’organizzazione statunitense no profit che si occupa di difesa della famiglia, ha lanciato per oggi 2 giugno, secondo giorno del mese in cui verremo martellati di eventi arcobaleno, un appuntamento molto particolare: la «giornata della visibilità degli ex gay».

 

«La lobby gay si assicura che tutti sappiano che giugno è il “mese del Pride”, ma certamente non riconosceranno le molte persone che si sono lasciate alle spalle l’identità LGBT. Ecco perché il Ruth Institute dichiara che la prima domenica di giugno sarà la Giornata della visibilità degli ex-gay», ha affermato la dottoressa Jennifer Roback Morse, presidente del Ruth Institute.

 

«Non è politicamente corretto parlare di ex persone LGBT. Per la lobby gay, loro non esistono, oppure mentono semplicemente a se stessi o non sono mai stati veramente gay», ha dichiarato la Morse. «Tuttavia ho incontrato molte persone che si sono allontanate dall’identità LGBT e vivono vite felici e soddisfatte con partner di sesso opposto. Ne esistono organizzazioni in tutto il mondo».

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Il sito del Ruth Institute a questo punto sgancia un dato che, se confermato, sarebbe sconvolgente: «milioni di persone attualmente si identificano come gay, lesbiche o bisessuali. Eppure il ricercatore associato senior del Ruth Institute, padre Paul Sullins, ha esaminato gli studi e stima che ci sia all’incirca lo stesso numero di ex gay quanti sono i gay».

 

«Ciò significa che ce ne devono essere milioni», ha detto la Morse, «tutti con storie che meritano di essere ascoltate».

 

«Per tutto giugno, Morse parlerà con alcuni di loro nel suo programma. Dimostrano che ci sono molti modi per entrare e uscire dall’identità LGBT» scrive il sito dell’Istituto.

 

«Il mondo deve essere reso consapevole di questo. Nessuno dovrebbe sentirsi intrappolato in una vita che non sembra giusta per i propri obiettivi di vita e i propri valori morali. Sentirsi dire che sono “nati così” e che non c’è via d’uscita aggiunge un altro strato di dolore e vergogna».

 

Il Ruth Institute sostiene quindi di «pensare il contrario» e invita ad unirsi «nel proclamare il 2 giugno come Giornata della Visibilità degli Ex-Gay» promettendo per tutto il mese di «celebrare uomini e donne coraggiosi che hanno tranquillamente sfidato uno dei tabù sociali più forti del nostro tempo: mettere da parte l’orgoglio e lasciarsi alle spalle l’identità gay».

 

In un video che dà il via all’«Ex-Gay Visibility Day», un panel riunito dal Ruth Institute – due dei quali sono ex omosessuali – discute del perché le persone lasciano l’identità gay, perché coloro che se ne sono andati sentiranno la pressione di non andarsene, e come avere a che fare con un bambino che esprime un desiderio omosessuale.

 

Ex-Gay Visibility: Leaving Pride Behind | Andrew Rodriguez, Wayne Blakely, Elizabeth Woning ep .238

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La questione dell’uscita dall’identità gay tramite psicoterapia è un tema molto sensibile a livello politico ed amministrativo.

 

Barack Obama, una volta eletto presidente, proibì le terapie di conversione. Recentemente, per coincidenza, è stato discusso a più riprese come l’Obama potrebbe aver avuto tendenze omosessuali.

 

Avversione istituzionale verso le terapie di conversione, che oggi sono costituite per lo più da «terapie della parola», cioè sedute psicoterapiche, è emersa anche in Italia, e percolata ovunque anche in rete e fra i privati.

 

Di fatto qualche anno fa è stato notato che dalla ricerca di Amazon erano spariti i libri in italiano dello psicanalista pioniere della cosiddetta «terapia riparativa» Joseph Nicolosi, editi da SugarCo e San Paolo edizioni. Tuttavia, sui siti dei competitor Internet Bookshop essi sono ancora segnati con «disponibilità immediata».

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