Bioetica

Ecco il «suicidio commercialmente assistito»

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

 

La rivista Bioethics ha recentemente pubblicato un attacco al suicidio assistito commerciale (CAS). L’autore, Yoann Della Croce, lo condanna come «moralmente indifendibile e praticamente inefficiente».

 

Mentre molte persone sarebbero d’accordo con le sue argomentazioni, la caratteristica più intrigante dell’articolo è che qualcun altro ha effettivamente avanzato una seria argomentazione per stabilire servizi commerciali per aiutare le persone a uccidersi.

 

Già nel 2014 un bioeticista tedesco, Roland Kipke, dichiarava su Bioethics che se il suicidio assistito fosse legale, un servizio commerciale avrebbe «notevoli vantaggi».

 

  • Si sostiene spesso che il suicidio assistito danneggerebbe la pratica della medicina. Ma se un laico lo facesse a pagamento, non ci sarebbe alcun pericolo.

 

  • Il suicidio assistito non violerebbe la fiducia che è così importante per il rapporto medico-paziente, poiché i medici non sono coinvolti.

 

  • I medici non sarebbero costretti a conformarsi e i pazienti non sarebbero costretti a rivolgersi a un medico disponibile. «Gli assistenti commerciali … non lasciano dubbi sulla loro disponibilità a sostenere desideri suicidi autonomi».

 

Il punto centrale di Kipke è che il suicidio assistito dal medico si basa sulla stima liberale per l’autonomia. È logicamente incoerente sostenere che le persone hanno il diritto di togliersi la vita ma non il diritto di pagare qualcuno che le aiuti.

 

«Le persone che sostengono il suicidio assistito dal medico devono sostenere anche il suicidio assistito commercialmente, oppure devono rivedere la loro approvazione del suicidio assistito dal medico».

 

Rivisitando questo documento nel 2023, Della Croce riconosce che in teoria non c’è niente di sbagliato in una singola transazione commerciale per l’eutanasia. Tuttavia, «la mercificazione di un dato bene implica necessariamente la creazione di un mercato di detto bene». Se il suicidio assistito commerciale fosse consentito, creerebbe un mercato «moralmente problematico».

 

«Nel complesso», conclude, «un mercato moralmente giustificabile di CAS richiederebbe una regolamentazione così restrittiva e pesante che l’idea di CAS perde il suo fascino di fronte alle difficoltà pratiche che derivano dalla sua attuazione».

 

Da qui dove si va? Della Croce sottolinea che il suicidio assistito a scopo commerciale è istintivamente moralmente ripugnante, il che potrebbe spiegare perché così pochi bioeticisti ne abbiano scritto.

 

Ma in un’epoca in cui il «fattore schifo» viene deriso come un tabù primitivo, non sorprendetevi se iniziate a leggere più notizie a riguardo.

 

 

Michael Cook

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

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