Reazioni avverse

È ora di ammettere gli «effetti collaterali significativi» dei vaccini COVID: ex direttore CDC

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Il dottor Robert Redfield, ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) – l’ente americano per il controllo delle epidemie – è tornato a far parlare di sé, arrivando ad affermare la scorsa settimana che molti funzionari che cercavano di avvertire la popolazione dei potenziali problemi con i vaccini COVID-19 sono stati costretti al silenzio. Lo riporta il giornale statunitense Epoch Times.

 

Redfield ha quindi dichiarato che è giunto il momento di ammettere gli effetti collaterali «significativi» che danneggiato i vaccinati.

 

Il dottor Redfield ha espresso queste osservazioni in un’intervista del 16 maggio con Chris Cuomo su NewsNation. Cuomo è stato licenziato dalla CNN per i suoi rapporti con il fratello, governatore dello Stato di Nuova York caduto in disgrazia, e recentemente ha confessato di soffrire di un danno da vaccino lui stesso che durante la pandemia si era speso per attaccare quanti si opponevano a lockdown ed obbligo vaccinale.

 


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Nell’intervista con Cuomo il Redfield ha lamentato la perdita di fiducia del pubblico nelle agenzie sanitarie pubbliche a causa della mancanza di trasparenza sui vaccini, che a suo dire «hanno salvato molte vite», ma che hanno reso alcune persone «piuttosto malate».

 

«Quelli di noi che hanno provato a suggerire che potrebbero esserci effetti collaterali significativi da parte dei vaccini… sono stati cancellati perché nessuno voleva parlare del potenziale problema derivante dai vaccini, perché avevano paura che ciò avrebbe fatto sì che le persone non volessero vaccinarsi», ha detto il dottor Redfield.

 

Nel suo ruolo di capo del CDC, il dottor Redfield ha preso parte all’operazione Warp Speed dell’amministrazione Trump, un progetto per incrementare lo sviluppo del vaccino contro il COVID-19 in un momento della pandemia in cui si sapeva poco del virus e il rapido lancio del vaccino era ampiamente visto dalle autorità mondiali come la chiave per tenere sotto controllo l’epidemia e revocare i blocchi.

 

Nel settembre 2020, pochi mesi prima che i primi vaccini contro il COVID-19 venissero somministrati negli Stati Uniti, il dottor Redfield ha testimoniato davanti al Senato che il COVID-19 rappresentava «la sfida di salute pubblica più significativa che la nostra nazione deve affrontare in più di un secolo», e che l’opinione prevalente tra gli scienziati all’epoca era che il tasso di mortalità complessivo della malattia fosse compreso tra lo 0,4 e lo 0,6% negli Stati Uniti.

 

«Se guardassi adesso, gli individui di età inferiore ai 18 anni, è circa lo 0,01%, da 19 a 69, è più simile allo 0,3%. E se hai più di 70 anni, adesso è circa il 5%», aveva testimoniato all’epoca.

 

Sebbene vi sia una controversia persistente sulla gravità del COVID-19, uno studio recente stima che il tasso di mortalità globale fosse dell’8,5% nel febbraio 2020 ma fosse crollato allo 0,27% nell’agosto 2022, il che significa che la riduzione del rischio relativo stimata in quel periodo è stata un enorme 96,8%.

 

Nella sua intervista su NewsNation, il dottor Redfield ha insistito dicendo che i vaccini sviluppati come parte dell’operazione Warp Speed ​​​​sono stati «importanti» e hanno salvato «molte vite». Tuttavia, nonostante i benefici, gli svantaggi dei vaccini devono essere oggetto di discussione aperta, ha affermato.

 

«Sono importanti per le persone più vulnerabili, quelle con più di 60, 65 anni. In realtà non sono così importanti per coloro che hanno meno di 50 anni o meno. Ma quei vaccini hanno salvato molte vite, ma dobbiamo anche essere onesti, alcune persone hanno avuto effetti collaterali significativi dal vaccino», ha dichiarato l’ex alto funzionario sanitario statunitense.

 

«Conosco un certo numero di persone che sono piuttosto malate e non hanno mai avuto il COVID, ma sono malate a causa del vaccino», ha detto. «E dobbiamo solo riconoscerlo».

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Come riportato da Renovatio 21, le prime esternazioni sulla natura artificiale del virus COVID erano state fatte da Redfield già due anni fa. Un anno fa Redfield aveva dichiarato pubblicamente che la versione di Fauci sull’origine del COVID era «antitetica alla realtà» e di non aver «nessun dubbio» che Fauci abbia finanziato la ricerca Gain of Function che può aver portato alla pandemia.

 

Più di recente Redfield ha dichiarato che gli esperimenti di guadagno di funzione causeranno una prossima pandemia «molto più brutale» di quella del coronavirus.

 

Negli USA CDC sta ancora raccomandando che le persone di tutte le età ricevano un vaccino contro il COVID-19, affermando che i potenziali effetti collaterali non superano i potenziali danni derivanti dall’ammalarsi di COVID-19. In un avviso pubblicato a fine aprile, l’agenzia epidemica americana ha nuovamente invitato gli adulti di età pari o superiore a 65 anni a ricevere l’ultima versione dei vaccini.

 

In Italia, il sito dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rende noto che «ottobre 2023 ha preso il via la vaccinazione anti COVID-19 per la stagione autunnale e invernale 2023-2024, in contemporanea con la campagna di vaccinazione annuale antinfluenzale».

 

«La vaccinazione anti COVID-19 si avvale delle nuove formulazioni monovalenti aggiornate alla variante Omicron XBB.1.5 del vaccino a mRNA Comirnaty (indicato a partire dai 6 mesi di età) e del vaccino proteico adiuvato Nuvaxovid (a partire dai 12 anni di età), entrambi approvati da EMA e AIFA». Comirnaty è un nome del vaccino mRNA prodotto da Pfizer.

 

«Le circolari del ministero della Salute n.25782 del 14 agosto 2023, n.30088 del 27 settembre 2023 e n.37743 del 4 dicembre 2023 indicano i vaccini da utilizzare e forniscono l’elenco dei gruppi di persone a cui è raccomandata e offerta attivamente una dose di richiamo di vaccino» scrive il ancora il sito dell’ISS.

 

L’elenco prevede:

  • «persone di età pari o superiore a 60 anni»
  • «ospiti delle strutture per lungodegenti»
  • «donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “post partum”, comprese le donne in allattamento»
  • «operatori sanitari e sociosanitari addetti all’assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza»
  • «studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali»
  • «tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione
  • «persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave (…)»

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr.

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