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Duterte minaccia di mandare in carcere i non vaccinati

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Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha minacciato di arrestare i non vaccinati se violano gli ordini di reclusione.

 

In un discorso televisivo alla nazione giovedì, Duterte ha dichiarato che, poiché è «responsabile della sicurezza e del benessere di ogni filippino», è stato costretto ad adottare un approccio fermo nei confronti delle persone non vaccinate.

 

«Se rifiuti, se esci di casa e giri per la comunità, puoi essere trattenuto. Se rifiuti, il capitano ha ora il potere di arrestare le persone recalcitranti», ha detto Duterte, riferendosi a coloro che non si vaccinano.

 

Duterte è noto per mantenere le promesse, anche quelle di violenza estrema: fece campagna elettorale promettendo di uccidere «100 mila spacciatori» fino a riempire la baia di Manila, offrendosi di sparare lui stesso. Quello che accadde una volta eletto, è tema di discussione internazionale: migliaia e migliaia di possibili esecuzioni sommarie che avvengono per strada.

 

Secondo un dato procurato Tribunale Penale Internazionale dell’Aia e riportato in un articolo dell’Economist dello scorso novembre, dal luglio 2016 al marzo 2019, il numero dei morti della «guerra alla droga» di Duterte potrebbe essere compreso tra i 12 mila e i 30 mila casi.

 

Non si tratta della prima volta che il presidente minaccia la galera per chi rifiuta la puntura, o l’isolamento coatto domiciliare. La scorsa estate aveva detto ai capi villaggio di impedire a chi rifiuta il vaccino di uscire di casa.

 

Sempre durante l’estate, nelle Filippine era stato vietato ai non vaccinati l’ingresso nei supermercati e nei negozi di alimentari.

 

In precedenza Duterte aveva espresso parole di rabbia nei confronti della popolazione non vaccinata, avvertendo l’anno scorso che, se le persone si rifiutano di essere iniettate, potrebbero rischiare il carcere o un’iniezione forzata di ivermectina. Curiosamente, il presidente filippino lo scorso settembre si è rifiutato di scoraggiare l’uso dell’ivermectina, lasciando liberi i medici di poterlo prescrivere – e questo contro lo stesso Dipartimento della Salute delle Filippine.

 

Controverso per varie ragioni – si è vantato di aver ucciso un uomo, ha scherzato su una missionaria stuprata e uccisa, ha chiamato putang ino («figlio di puttana») sia il presidente USA Obama che Bergoglio, quest’ultimo reo di aver bloccato il traffico della capitale con la giornata mondiale della Gioventù – di recente Duterte ha annunciato che non cercherà la ricandidatura alla presidenza.

 

Già nel 2020, il lockdown ha avuto un costo immane per le Filippine, con un aumento dello sfruttamento sessuale online dei bambini nelle Filippine pari al 264%.

 

Le Filippine con i vaccini hanno peraltro una storia travagliata: lo stesso governo Duterte affrontò duramente la multinazionale farmaceutica Sanofi a causa dei problemi innescati dal vaccino anti-dengue Dengvaxia.

 

«In totale, la morte di circa 600 bambini che hanno ricevuto Dengvaxia sono oggetto di indagine da parte dell’ufficio del pubblico ministero», ha riferito nel 2019 il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post.

 

 

 

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