Geopolitica

Due partiti bulgari si oppongono all’invio di armi in Ucraina

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Due partiti del parlamento bulgaro, il Partito Socialista Bulgaro e Vuzrazhdane, hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale di Sofia per contestare la legislazione approvata dal parlamento il 16 dicembre per autorizzare la fornitura di equipaggiamento militare all’Ucraina.

 

I due partiti sono stati gli unici a opporsi alla decisione in parlamento, ha riferito il Sofia Globe.

 

«Dovete alla società una spiegazione sul perché avete corso il rischio di coinvolgere la Bulgaria in una guerra. Avete tradito le persone di sinistra, avete tradito i socialisti, che sono per la pace e che hanno fatto sforzi per farti eleggere presidente, e Iliana Iotova vicepresidente, in due campagne», ha detto Kornelia Ninova, leader del partito, in una conferenza stampa in Parlamento riferendosi al presidente bulgaro Rumen Radev, secondo Radio Bulgaria.

 

Il quotidiano Sofia Globe ha osservato che il presidente Radev non era disposto a porre il veto alla decisione del Parlamento.

 

«Sfortunatamente, i guerrafondai dell’Assemblea nazionale hanno deciso a stragrande maggioranza di fornire aiuti militari all’Ucraina e hanno obbligato il governo provvisorio a concludere un contratto con l’Ucraina per tale assistenza», ha detto Radev.

 

Il ministero della Difesa ha affermato che non invierà aerei, missili antiaerei o carri armati la cui spedizione metterebbe in pericolo le esigenze di difesa della Bulgaria.

 

Negli altri Paesi UE non vi sono tracce rilevanti di partiti che si oppongono strenuamente all’invio di armi a Kiev. In Italia il governo Meloni ha dichiarato sin da subito di voler proseguire l’appoggio militare iniziato con Draghi. In Germania il ministro degli Esteri Annalena Baerbock ha incredibilmente dichiarato che il governo di Berlino avrebbe continuato gli aiuti al regime Zelens’kyj anche qualora lo stesso elettorato tedesco fosse contrario. Il presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen ha quindi «ordinato» al governo tedesco, presso cui servì come ministro della Difesa, di «dare tutte le armi necessarie» a Zelens’kyj.

 

Come riportato da Renovatio 21, i depositi di armi in Europa sono stati «svuotati» dalla politica di aiuto militare a Kiev: dapprima la Repubblica Ceca, poi la Germania hanno segnalato l’esaurimento delle loro scorte militari.

 

Secondo calcoli di un reportage del canale TV USA CBS, solo il 30% delle armi inviate in Ucraine giungerebbe al fronte. Il resto sparirebbe sul mercato nero e sul dark web, alimentando criminalità organizzata internazionale e terrorismo. Questo mese il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha lamentato di come le armi occidentali pro-Kiev stiano ora filtrando nella regione dell’Africa Occidentale.

 

 

 

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