Economia

Due cose che crescono: il valore del rublo e l’inflazione europea

Pubblicato

il

Il rublo ha recuperato nei confronti del dollaro ed è tornato sui valori prebellici dell’Ucraina, attestandosi a 76 per dollaro, in altre parole ora servono 76 rubli, contro 84,95 del 24 febbraio e 139,7 del 7 marzo in piena debolezza.

 

La tendenza al rialzo ha beneficiato dell’ipotesi non esclusa dalla Cina di utilizzare rubli o yuan nel commercio delle fonti energetiche, come riporta il TASS, citando il ministero degli Esteri di Pechino, secondo cui «gli operatori del mercato sono liberi di scegliere la valuta negli accordi bilaterali», come riportato dall’ANSA.

 

Nell’UE l’inflazione trainata dal QE continua a crescere: 7,2% in Italia, 7,3% in Germania, 9,8% in Spagna, 4,5% in Francia a marzo su base annua.

 

Carsten Brzeski, capo del compartimento macroeconomico globale della banca ING prevede un’inflazione a due cifre per la Germania quest’anno.

 

Per l’ondata inflattiva in arrivo, i governi incolpano la guerra in Ucraina. Il populista di destra tedesco Gabor Steingart ha scritto nella sua newsletter quotidiana che la BCE ha intenzionalmente inventato notizie sui dati sull’inflazione per non essere costretta a cambiare la politica monetaria.

 

Il tema che si impone, e che è la vera minaccia alla pace mondiale, è la de-dollarizzazione oramai in corso, dove il rublo può addirittura andare a sostituire il dollaro come moneta di riserva mondiale: con i rubli potrai comprare gas e grano (e metalli, etc.) con il dollaro, a causa delle sanzioni, no.

 

Come reagirà l’America una volta compreso il cul de sac in cui si è cacciata, non è dato sapere: è facile che userà la violenza che abbiamo visto in Iraq, in Afghanistan, ovunque. O forse molto di più.

 

Si tratta, per gli USA, di una minaccia esistenziale. Una reazione termonucleare, quindi, non è fuori discussione. Di fatto, è già sul tavolo.

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version