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Discutono di «vaccini cognitivi» contro la disinformazione. Con qualche sorpresa

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Lo sforzo del sistema nel piegare ogni dissidenza medica, ideologica, spirituale riguardo al tema della pandemia COVID ha portato presto gli attori della censura a parlare della necessità di «vaccinare» la popolazione contro la disinformazione.

 

Con l’iniezione di «vaccini cognitivi», hanno teorizzato i pasdaran dello status quo pandemico, il cervello del cittadino può divenire immune da informazioni che lo porterebbero fuoristrada: i vaccini sono sicuri, il COVID è un virus che uccide tutti, il lockdown è una politica giusta, la mascherina fa bene alla salute, le linee cellulari di feti abortiti con cui producono i vaccini non esistono, le elezioni americane le ha vinte Biden senza l’ombra di brogli di alcun tipo.

 

La rivista accademica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), organo ufficiale dell’Accademia Nazionale delle Scienze USA,  ha pubblicato quindi gli esperimenti di alcuni ricercatori di scienza sociale con questi cosiddetti «vaccini cognitivi». I risultati, purtroppo non erano quelli che si attendevano.

 

«I ricercatori hanno scoperto che non è così semplice come fornire alle persone informazioni corrette e sperare che soppianterà le false credenze»

«I ricercatori hanno scoperto che non è così semplice come fornire alle persone informazioni corrette e sperare che soppianterà le false credenze» scrive PNAS.

 

In pratica, le idee delle persone, specie quelle che fanno lo sforzo di superare la dissonanza cognitiva e porsi contro il sistema, sono coriacee. Non è facile smuoverle – per niente. Ecco che gli scienziati si stupiscono… ma come?

 

Con evidenza, per la scienza progressista non esiste né il libero pensiero, né il foro interiore: la scienza e la società del resto navigano a gonfie vele verso l’invasione non solo della sfera personale e infrapersonale (già ci siamo, con i vaccini molecolari) ma addirittura cerebrali, neuronali.

 

«Una caratteristica inquietante della lotta contro le fake news, che è diventata più evidente dopo anni di accesi dibattiti sui cambiamenti climatici, i risultati delle elezioni statunitensi e il COVID, è che una buona conoscenza della scienza non necessariamente vaccina le persone contro di essa» scrive BioEdge.

 

L’illuminismo si ramarrica: del resto esso si basa su questo assunto, più o meno rivelato, per cui se l’essere umano viene riempito di sapere, egli agisce per il bene – cioè si sottomette al potere illuminista stesso.

 

Niente, invece, funziona così: si scopre grazie ad uno studio della Carnegie Mellon University che il rifiuto dei vaccini è statisticamente maggiore nelle fasce di popolazione più istruita.

Ricerche confermano che una approfondita conoscenza scientifica porta ad una accettazione del dogma vaccinale

 

Ma anche altre ricerche confermano che una approfondita conoscenza scientifica porta ad una accettazione del dogma vaccinale.

 

In un recente articolo sul Journal of Experimental Social Psychology, i ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign hanno scoperto che il mantra «fidati della scienza» non funziona in alcun modo.

 

Con grande sorpresa, i ricercatori hanno scoperto che le persone che si fidavano della scienza potevano essere più vulnerabili a essere ingannate:

 

«Identifichiamo due determinanti critici della vulnerabilità alla pseudoscienza. In primo luogo, i partecipanti che si fidano della scienza hanno maggiori probabilità di credere e diffondere false affermazioni che contengono riferimenti scientifici rispetto a false affermazioni che non lo fanno».

«Concludiamo che la fiducia nella scienza, sebbene desiderabile in molti modi, rende le persone vulnerabili alla pseudoscienza».

 

«In secondo luogo, ricordare ai partecipanti il ​​valore della valutazione critica riduce la credenza in affermazioni false, mentre i promemoria del valore della fiducia nella scienza non lo fanno».

 

«Concludiamo che la fiducia nella scienza, sebbene desiderabile in molti modi, rende le persone vulnerabili alla pseudoscienza».

 

I ricercatori raccomandano ai funzionari pubblici di  esortare le persone a essere curiose e critiche.

 

Basterà?

 

No. Perché niente può arginare la Verità e la dignità umana.

 

 

 

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