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DeSantis si ritira dalle primarie repubblicane: ora è Trump contro il pupazzo del Deep State Haley

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Il candidato presidenziale repubblicano Ron DeSantis ha abbandonato le primarie presidenziali con un videomessaggio in cui appoggia Donald Trump.

 

Secondo un nuovo sondaggio della CNN e dell’Università del New Hampshire, DeSantis aveva solo il 6% dei voti repubblicani dello stato, contro Trump al 50% e Nikki Haley al 39%.

 

Il ritiro di DeSantis era stato anticipato da diverse testate che citavano fonti all’interno della campagna.

 

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Nel video pubblicato ieri sera il DeSantis assicura il suo appoggio a Donald J. Trump, con il quale ricorda tuttavia di non essere d’accordo su alcuni temi, come la pandemia di Coronavirus e la sua «esaltazione di Anthony Fauci».

 

In risposta all’appoggio da parte del governatore della Florida, il Trump ha dichiarato pubblicamente che il nomignolo con cui chiamava lo sfidante, «Ron DeSanctimonious» («Ron l’ipocrita») è ora «ufficialmente mandato in pensione».

 


La rinunzia del DeSantis segue quella del candidato outsider Vivek Ramaswamy, che ha anche lui immediatamente dato il suo endorsement a Donald Trump.

 

L’unica figura rimasta a sfidare Trump è quindi Nikki Haley, donna di origine indiana (vero nome Nimrata Randawa) che lo stesso Trump aveva messo a capo della diplomazia USA all’ONU.

 

La Haley rappresenta oggi gli interessi del Deep State, presentando idee completamente appiattite sui desiderata dell’establishment (Ucraina, immigrazione, Israele, politiche razziali, etc.).

 

Come riportato da Renovatio 21, la Haley (cognome del marito, e nome inventato per nascondere la sua provenienza dal subcontinente) due mesi era arrivata a chiedere la fine dell’anonimato su internet.

 

In molti ritengono oggi la campagna della Haley una mossa dello Stato-partito fatto dai Democratici più il Deep State, tanto che molti dei suoi finanziatori sono veri e propri mecenati dei democratici. Reid Hoffman, miliardario fondatore di LinkedIn, è ad esempio ora uno dei principali donatori della Haley.

 

Secondo Tucker Carlson la Haley costituirebbe una manovra dei democratici che, consci del fatto che Joe Biden, qualora corresse, mai potrebbe rivincere le elezioni (nemmeno, forse, con i brogli) avrebbero pensato di focalizzarsi su un candidato repubblicano il cui programma è identico al loro e a quello dello Stato profondo.

 

Qualora Trump venisse incarcerato per le accuse mossegli improvvisamente negli ultimi mesi da varie procure, la Haley diverrebbe automaticamente il candidato repubblicano, e quindi, in potenze, il prossimo presidente USA.

 

La base MAGA, che da tempo ha capito il giochino, respinge una prospettiva del genere con veemenza concentrandosi su un unico nome come futuro presidente: Donald J. Trump.

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

 

 

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