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«Demonizzare i non vaccinati è incredibilmente pericoloso»: attore premio Oscar racconta come ha cambiato idea sulla pandemia

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Il premio Oscar Tim Robbins ha denunciato la demonizzazione dei non vaccinati durante l’epidemia di COVID-19 e si rammarica della propria rabbia nei confronti di coloro che resistono alle politiche anti-COVID standard come il mascheramento.

 

Il Robbins è molto noto per una quantità di film di Hollywood, tra cui Le ali della libertà, film tra i più amati dal pubblico in tutta la storia del cinema.

 

In un’intervista con il comico britannico Russel Brand, Robbins ha parlato dell’effetto che la «dottrina» sanitaria COVID «ha avuto su di noi come esseri umani».

 

«Ci siamo trasformati in persone tribalizzate, arrabbiati e vendicative», ha detto Robbins. «Non penso che sia qualcosa di sostenibile per la Terra… iniziare a demonizzare qualcuno che non è d’accordo con le nostre particolari politiche sanitarie e trasformarli in mostri. Trasformali in paria. Dire che non meritano un letto d’ospedale».

 

Robbins ragiona sulla perversione del rifiuto di cura per i non vaccinati, considerando che ci prendiamo ancora cura di persone che hanno commesso «brutti errori», come quelli che vanno in overdose.

 

«Perché siamo compassionevoli. Perché vogliamo assicurarci che le persone vivano. E questo si è trasformato in “Dovresti fottutamente morire perché non hai rispettato”. È incredibilmente pericoloso».

 

 

La parte più forte del discorso di Robbins è tuttavia la rivelazione che lui stesso era affetto da dalla mentalità vendicativa tribale pandemica, spiegando all’intervistatore come inizialmente avesse accettato la narrativa COVID prevalente fino in fondo e senza domande.

 

«Ci ho creduto. … stavo con la mascherina ovunque. Stavo mantenendo il distanziamento sociale. Stavo aderendo alle richieste che mi venivano fatte e mi sentivo arrabbiato con le persone che non lo facevano».

 

È stato solo quando si è recato a Londra, dove disse di aver visto molte persone sfidare i protocolli sanitari, che Robbins ha iniziato a mettere in discussione le politiche sanitarie imposte dai governi.

 

«Quando ho visto che non c’era un enorme tasso di mortalità [in Gran Bretagna], dopo aver assistito personalmente a ciò che stava accadendo, ho iniziato a chiedermi sempre di più su ciò che ci veniva detto e se fosse vero o no», dice il premio Oscar, che è spesso a Londra per il suo lavoro di attore, regista e produttore teatrale.

 

In una scena che pare uscita dalla penna del drammaturgo, il canuto Robbins racconta di aver cambiato definitivamente idea una volta che, dice solo per curiosità, scese in strada durante una delle grandi proteste anti-lockdown a Londra.

 

«Ho visto il modo in cui venivano descritti dalla stampa, e non era vero», ha detto. «Questi non erano, sai, nazisti del National Front. Questi erano liberali e di sinistra e persone che credevano nella libertà personale».

 

Robbins ha citato due incidenti che lo hanno particolarmente «inquietato».

 

«Uno è stato quando il CDC… ha cambiato la definizione di vaccino sul proprio sito web», ha detto Robbins. Nel settembre 2021, il CDC ha cambiato la sua definizione di vaccino da «un prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia» a «un preparato utilizzato per stimolare la risposta immunitaria dell’organismo contro malattie».

 

Robbins ha anche trovato preoccupante la negazione da parte delle autorità sanitarie della sufficienza dell’«immunità naturale». «I miei campanelli d’allarme sono suonati», ha detto Robbins, sottolineando anche come lo avesse stranito il cambiamento di definizione dell’«immunità di gregge» che, come riportato da Renovatio 21, è avvenuto di colpo sul sito dell’OMS nel dicembre 2020, appena partita la campagna internazionale dei sieri mRNA.

 

Il popolare attore, riconosciuto per le sue posizioni progressiste e per essere stato negli anni con la ex moglie Susan Sarandon un grande sostenitore del Partito Democratico USA, ha quindi descritto la contorsione politica attorno al vaccino: «all’inizio, se eri un democratico, quando Trump era presidente, beh, dicevi non prenderò quel vaccino perché era il vaccino di Trump, e poi sembrava che in qualche modo cambiasse. Era una cosa orwelliana. Era come se non fossimo più in guerra con l’Asia orientale», ha detto Robbins, alludendo al romanzo distopico 1984, in cui la propaganda del governo richiedeva che la storia fosse cancellata per promuovere gli ultimi obiettivi dello Stato. «Dopo che i venti politici sono cambiati e i Democratici hanno assunto il potere durante la pandemia, se non hai preso il vaccino, eri un repubblicano».

 

Non abbiamo paura di dire che con questa intervista, coraggiosa e a tratti struggente, è forse il momento più potente della carriera di Robbins, lo spezzone dove la sua immagine e le sue parole producono sulle persone, qualcosa che vale più del Premio Oscar, di qualsiasi premio. Perché, possiamo vederlo nitidamente, qui non c’è finzione, c’è un uomo che ha aperto gli occhi e ritrovato la verità, pronto ad ammettere quanto prima si sbagliasse.

 

Da cristiani, in fondo lo sappiamo: niente è più bello di una conversione. Soprattutto pensando cosa queste parole costeranno.

 

Benvenuto Tim. Siamo con te.

 

 

 

 

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