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Delfini attaccano e feriscono bagnanti in spiaggia

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Una serie di attacchi di delfini è stata segnalata domenica su una spiaggia in Giappone. Quattro persone sono rimaste vittime dell’aggressione, tra cui un uomo sulla sessantina, che è rimasto con diverse costole rotte. Lo riportano i media locali.

 

Secondo quanto riferito, l’uomo è rimasto ferito durante una nuotata mattutina quando il delfino ha iniziato a speronarlo e gli ha persino morso la mano. L’incidente è avvenuto a soli cinque metri al largo della spiaggia di Suishohama, nella città di Mihama, nella prefettura di Fukui.

 

La vittima, portata in ospedale, è uno dei tanti ospiti che durante l’estate accorrono a Mihama dalle vicine province giapponesi.

 

La polizia locale ha detto che altre tre persone sono rimaste ferite negli stessi luoghi durante il giorno, e il numero totale di attacchi di delfini a Mihama, da quando i delfini selvatici si sono presentati a maggio, è arrivato a sei. Le autorità hanno esortato i vacanzieri a tenersi a distanza dagli animali.

 

In Giappone l’anno scorso c’è stata una serie di attacchi con morsi di delfini sulla spiaggia di Koshino, che si trova vicino alla città di Fukui, non lontano da Mihama. Tali incidenti si sono verificati nello stesso fine settimana e almeno sei di questi casi sono stati segnalati nel 2022, due dei quali nello stesso giorno.

 

In altre acque, una femmina di tursiope soprannominata Dusty, che ha servito per anni come mascotte e attrazione turistica a Doolin, nella contea di Clare, in Irlanda, ha attaccato e ferito due donne nel 2013.

 

Come riportato da Renovatio 21, altri pericolosi delfinidi, le orche assassine, stanno attaccando senza requie imbarcazioni da diporto al largo delle coste atlantiche di Spagna e Marocco. In Andalusia, la settimana scorsa, un’orca si è spinta sino in spiaggia, fra bagnanti in panico.

 

Ci preme di ricordare al lettore che il delfino non è quello che sembra.

 

I delfini torturano spesso il loro cibo prima di mangiarlo, e, un po’ come i lupi, uccidono gli altri animali solo per divertimento: è il famoso surplus killing. I delfini si uccidono i cuccioli l’uno con l’altro, e a volte i loro stessi cuccioli. Sono conosciuti per l’inclinazione a uccidere anche cuccioli di altre specie.

 

C’è un problema di machismo cetaceo: i maschi della specie usano attaccare le femmine, sia per stupro sia per semplice violenza. Gli stupri possono essere di gruppo. Ci sono storie anche sull’omosessualità dei delfini, una specie che sembra non conoscere limiti quando è eccitata. Ricordiamo un dettaglio rivoltante: il pene dei delfini è prensile.

 

Tali mammiferi acquatici hanno poi il vizietto della droga. Secondo un servizio della BBC, «i delfini tursiopi giocano con pesci palla tossici che secernono una neurotossina che a dosi elevate può uccidere ma a piccole dosi sembra avere un effetto narcotico». Sì: i delfini sono dei drogati.

 

In un pezzo intitolato «I delfini sono più spaventosi degli squali», la scienziata marina e surfista di lunga data Apryl DeLancey ha scritto di un’esperienza spaventosa che ha avuto con un delfino a Manhattan Beach in California. Mentre stava facendo surf, un delfino ha iniziato a girare intorno a lei e al surfista accanto a lei. «I cerchi sono diventati sempre più piccoli fino a quando alla fine ha urtato di proposito la parte posteriore della mia tavola e poi è saltato sopra di me… Dopo il salto, il delfino è tornato a girarci intorno e alla fine si è arreso ed è decollato. Sembrava che ci stesse prendendo in giro o volesse che interagissimo con esso».

 

Secondo varie cronache, questi bulli del mare sono proni a rivoltanti tentativi di rapporti sessuali interspecie. Particolarmente vomitevoli furono gli esperimenti fatti negli anni Sessanta dallo psicoanalista neuroscienziato statunitense John Lily, che fece convivere – in un esperimento pagato dalla NASA – una donna ed un delfino, con risultanti agghiaccianti. Per non farsi mancare niente, in altri esperimenti il dottor Lily diede ai delfini anche l’LSD, e sapendo la storia dei pesci palla spremuti per la neurotossina, magari è piaciuto loro pure.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso è stato il turno dei delfini d’acqua dolce in Bolivia, che pare usino gli anaconda morti come oggetto sessuale.

 

 

Il mosciame – o «musciamme» – di delfino, cioè filetto salato ed essiccato del vispo cetaceo, era un piatto tipico della Liguria e della zona di Viareggio (dove il delfino passava col nome di «pescio-porco»).

 

Essendo la caccia ai delfini ora severamente proibita, non vi è più alcun modo di consumare questa pietanza, pur presente fino a pochi decenni fa in atlanti e ricettari della cucina italiana.

 

I giapponesi sono noti per la loro passione riguardo la balena, per la cui caccia investono ogni anno ingenti risorse economiche e diplomatiche.

 

 

 

 

 

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