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Davos vuole i vostri figli nel metaverso

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Bambini inseriti nel metaverso. È uno degli ordini emersi dal World Economic Forum di quest’anno: «disconnettere» i bambini dal mondo fisico e “collegarli” a uno virtuale per il futuro della loro istruzione. Parola di ente del Grande Reset.

 

L’idea è talmente chiara da meritarsi un post nella pagina web ufficiale del WEF di Klaus Schwab.

 

Questa direzione è necessaria, afferma il WEF, per combattere il cambiamento climatico. Ecco che l’imperativo climatico guiderà il digitalizzazione dell’istruzione, rendendo ai bambini una istruzione di migliore qualità e più accessibile.

 

In pratica: il WEF predica la DAD come unica opzione possibile. Anche da qui, capiamo quale sia stato il senso del lockdown pandemico.

 

Ma non parliamo solo di DAD, ma della super-DAD costituita dalla realtà virtuale, cioè dal «metaverso», lo spazio cibernetico dove vorrebbero spostare ogni attività umana.

 

«La realtà virtuale sta rendendo l’istruzione meno convenzionale e sta facendo progredire l’istruzione primaria e secondaria, l’istruzione superiore e la formazione professionale» scrive il sito.

 

I bambini, ora eccessivamente «dipendenti» da oggetti come libri di testo, quaderni e matite come strumenti di apprendimento, dovrebbero in futuro immergersi nella realtà virtuale (VR), nella realtà aumentata (AR) e negli ambienti di realtà mista, scrive il dottor Ali Saeed Bin Harmal Al Dhaheri.

 

«L’infiltrazione di questi progressi nei sistemi educativi è diventata un imperativo crescente», afferma Al Dhaheri, che pensa che la realtà virtuale sarà un elemento cruciale nel futuro “apprendimento esperienziale” che consente agli studenti di vedere, ascoltare, toccare e agire in un mondo virtuale.

 

VR e metaverso combinati saranno il luogo in cui studenti e insegnanti saranno immersi nella comunicazione e nella condivisione, «superando i limiti di spazio e tempo».

 

Dei risultati di cui parla il dottore arabo a Davos non abbiamo idea esatta, tuttavia dubitiamo che esistano studi sull’effetto a lungo termine della realtà virtuale sulla psiche infantile e su quella umana in generale. Incredibilmente, siamo passati da una preoccupazione crescente per il screen time a cui sono sottoposti i bambini (con un fondo pensioni degli insegnanti USA azionista di Apple a domandare all’azienda di fare qualcosa a riguardo) ad una spinta verso il super-screen time, cioè verso l’immersione in schermi a pochi millimetri dalla retina.

 

«We penetrate the cabinets», «noi penetriamo i governi», aveva detto lo Schwab. In realtà, la volontà è anche quella di penetrare la psiche dei nostri figli.

 

Come riportato da Renovatio 21, personaggi come Mark Zuckerberg e Bill Gates stanno investendo diecine di miliardi di dollari nella creazione di questo «metaverso», che altro non sarebbe che una nuova realtà cibernetica dove si vorrebbe si spostassero tutte le iniziative umane – un mondo dove ovviamente (come già vediamo avvenire sulle piattaforme social) le regole che guidano la vostra vita sono scritte dai padroni.

 

Di metaverso, come abbiamo visto, lo Zuckerberg ha parlato recentemente de visu con il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e con il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao.

 

Il senso di chi non sarà nel metaverso è stato rivelato involontariamente da uno spot TV milionario mandato in onda da Facebook durante il Superbowl. Senza il metaverso, si è pronti per la discarica.

 

 

 

 

 

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