Sorveglianza

Davos, ecco i tracker per l’impronta carbonica: la vostra vita sarà spiata e controllata in ogni sua parte

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Bisogna ammettere che il World Economic Forum di Davos di quest’anno ha riservato una serie di perle in sequenza.

 

Forse sanno che questa è l’ultima volta che lo faranno in questo formato pubblico?

 

O forse semplicemente, dopo due anni di pandemia e la guerra contro la Russia oramai dichiarata, i davosiani sono slatentizzati e quindi ti dicono in faccia i programmi di schiavitù che hanno in serbo per te?

 

Un caso interessante è il presidente del gruppo cinese (dettaglio non di secondo piano) Alibaba Group, J. Michael Evans, che durante un panel del World Economic Forum si è vantato dello sviluppo di un «tracker individuale dell’impronta di carbonio» per monitorare ciò che fai: viaggi, acquisti, cibo ogni attività «nella piattaforma».

 

 

L’uso della parola piattaforma è pregnante: la realtà del cittadino diviene cibernetica, quindi completamente controllabile, cioè, appunto, piattaforma.

 

Questa è, in ultima analisi, la volontà soggiacente ad ogni smart grid che ci stanno proponendo: sorvegliarci, controllarci, inibirci, a seconda di un meccanismo di premialità, la possibilità di usufruire di prodotti e servizi – è ciò che abbiamo visto con la piattaforma del green pass.

 

Renovatio 21 ha parlato di questo fenomeno in varie occasioni. La piattaforma del green pass è stata costruita su un sistema precedente, pensato per l’euro digitale, che, come detto dalla stessa BCE, a questo punto sarà inevitabile.

 

L’euro digitale è danaro programmabile: è la piattaforma che ti dirà se puoi spenderlo, dove spenderlo, come spenderlo, quanto spenderlo o te lo toglierà d’un colpo su decisione degli amministratori della piattaforma (politici, poliziotti, giudici, privati: chiunque abbia potere sul sistema informatico)

 

Le nostre spese – quindi la nostra vita – potranno essere integrate con la nostra virtù ambientale, cioè saranno possibili in base a ciò che dice il tracker dell’impronta carbonica di cui parla il CEO del megagruppo cinese (il cui fondatore Jack Ma, antico frequentatore di Davos, chissà perché non si vede più).

 

Speriamo che al lettore di Renovatio 21 sia chiara, a questo punto, la faccenda dell’emergenza ambientale, dello zero-carbonio, del «Cambiamento Climatico»: sono, al pari del COVID, strumenti politico-morali per sottomettervi, per implementare quei sistemi di controllo biototalitari che Klaus Schwab vede come necessari avanzamenti dell’umanità – in una parola davosoide, il Grande Reset.

 

 

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