Economia

David Sacks sarà l’uomo di Crypto e AI della Casa Bianca di Trump

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Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha scelto il venture capitalist David Sacks per ricoprire il ruolo di AI e «Crypto Zar» nella sua futura amministrazione. L’investitore miliardario è stato un critico della gestione della crisi ucraina da parte di Washington, oltre che della gestione del COVID e di altre storie della narrazione dominante.

 

Sacks si concentrerà sul «rendere l’America il leader globale indiscusso in entrambe le aree», ha detto Trump nel suo annuncio di giovedì. «Salverà la libertà di parola online e ci terrà lontani dai pregiudizi e dalla censura delle Big Tech».

 

Trump ha elogiato la vasta esperienza della sua scelta nel settore tecnologico, ricordando ai lettori che Sacks faceva parte della cosiddetta PayPal Mafia, un gruppo di dipendenti fondatori del gigante dei pagamenti online che sarebbero poi diventati personaggi influenti della Silicon Valley, come Elon Musk e Peter Thiel, più una serqua di altri compagni che hanno creato società di estremo successo come YouTube, Linkedin, etc.

 

L’investitore, che gestisce con quattro amici e colleghi il famoso podcast All-in, ha sostenuto la campagna presidenziale di Trump a giugno, organizzando una cena elettorale nella sua casa di Pacific Heights – quartiere elegante di San Francisco – dove ha riunito quanti nel settore tecnologico cominciavano a sostenere apertamente Trump (un tabù vero nella Silicon Valley) e totalizzato donazioni per 18 milioni di dollari, un vero record. Trump è stato quindi ospite anche del podcast, complimentandosi per la bella casa di David.

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Di origine ebreo-sudafricana, il Sacks ha identificato quattro motivi chiave per la sua scelta, tra cui la politica estera del repubblicano, in particolare la sua dichiarata intenzione di porre fine al conflitto in Ucraina. Le ostilità con la Russia sono «di gran lunga il più grande errore» del presidente Joe Biden, ha spiegato all’epoca.

 

«Mentre la guerra di logoramento prosegue, gli ucraini affrontano vittime e danni alle infrastrutture sempre crescenti», ha avvertito Sacks, aggiungendo che Biden ha solo aggravato la situazione. Ha detto che ciò che il Partito Democratico stava offrendo agli elettori era «limitato a combattere la guerra per procura fino all’ultimo ucraino, o a combattere noi stessi la Russia».

 

Sacks ha definito il conflitto in Ucraina una «guerra di bugie», sostenendo che il popolo americano è stato ingannato dal suo governo sulle sue origini, sulla fattibilità della vittoria di Kiev o meno e sul danno che ha causato alla reputazione internazionale dell’Occidente. Il miliardario non si è fatto scrupolo, in questi mesi, di attaccare frontalmente i neocon, indicandoli come veri autori del disastro in corso.

 

Parimenti, il Sacks ha attaccato in varie occasioni la narrazione dell’establishment su COVID e vaccini, criticando ferocemente, come fa il suo ex socio Elone Musk, lo zar sanitario USA Anthony Fauci.

 

Recentemente, non si è tirato indietro quando si è trattato di attaccare il presidente francese Emmanuel Macron per le sue manovre politiche: «Macron ha cospirato con l’NFP [Il Nuovo Fronte Popolare, l’aggregazione goscista francese in Parlamento, ndr] per eliminare 200 candidati dal ballottaggio, assicurando che RN [Rassemblement National, il partito della Le Pen, ndr]vincesse il terzo maggior numero di seggi anche se aveva la percentuale più alta di voti» ha scritto Sacks su X a luglio. «Ciò potrebbe essere stato legale, ma non è stato “solo” il voto a produrre questo risultato».

 

«Sì, hanno votato, ma per un ventaglio di scelte ridotto. Macron ha cospirato con l’NFP per eliminare 200 candidati dal ballottaggio, assicurando che RN vincesse il terzo maggior numero di seggi anche se aveva la percentuale più alta di voti. Potrebbe essere stato legale, ma non facciamo finta che “il semplice voto” abbia prodotto questo risultato».

 

La sua conversione al movimento MAGA sembra aver radici perfino famigliari, visto che il suocero era presente al comizio di Butler, Pennsylvania, dove spararono al presidente Trump. Pochi giorni dopo il Sacks avrebbe parlato alla Convention Repubblicana che ha incoronato Trump come candidato alla presidenza.

 

Ai tempi dell’università, il Sacks è stato autore con il compagno di studi Peter Thiel, di un libro, The Diversity Myth, che (1999), che esaminava gli esiti «intolleranti» del multiculturalismo nei campus americani, anticipando di lustri il culto woke che si è impadronito dell’accademia USA e non solo.

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Immagine di Robert Scoble via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

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