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Danno vaccinale, aumento del 1800% nelle richieste di rimborso britanniche

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Secondo un ente sanitario sostenuto dal governo britannico, il numero di richieste per il programma di lesioni da vaccino del Regno Unito dovrebbe essere 18 volte superiore l’anno prossimo rispetto a quest’anno.

 

Il numero è stato rivelato in una gara per un contratto per valutazioni mediche, « Vaccine Damage Payment Scheme», pubblicata il 15 novembre, che durerà fino al 16 dicembre 2022.

 

Storicamente, il numero medio di valutazioni annuali per lo schema di compensazione del danno è stato di circa 100 casi. Ora, secondo il documento di gara,  si stima che ci saranno da 1.500 a 1.800 reclami

Il Vaccine Damage Payment Scheme (VDPS) è un pagamento una tantum esentasse di 120.000 sterlina che si ottiene se si dimostra che qualcuno una grave disabilità causata dalla vaccinazione contro malattie come il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR), influenza suina e altro ancora.

 

Nel dicembre 2020, il ministero ha deciso di aggiungereil  COVID-19 al programma, per dimostrare «la fiducia del governo nel profilo di sicurezza» di qualsiasi vaccino utilizzato nel programma di vaccinazione.

 

Storicamente, il numero medio di valutazioni annuali per lo schema di compensazione del danno è stato di circa 100 casi. Ora, secondo il documento di gara,  si stima che ci saranno da 1.500 a 1.800 reclami.

 

Ora, secondo il documento di gara,  si stima che ci saranno da 1.500 a 1.800 reclami

Attualmente ci sono circa 500 casi e, secondo la National Health Service Business Services Authority (NHSBSA), quel numero aumenta di 20 a settimana.

 

Secondo il Coronavirus Dashboard del Regno Unito , al 17 novembre nel Paese sono state somministrate 110.206.709 dosi di vaccino.

 

Il sistema è stato criticato per la lentezza e la necessità di facilitarne l’accesso. Le famiglie colpite sono spesso lasciate con scarso sostegno. La BBC ha riferito a luglio che il governo aveva ricevuto 145 richieste di risarcimento per danni da vaccino dopo una vaccinazione COVID-19, ma non era stato effettuato alcun pagamento.

 

La testata Epoch Times ha intervistato Duncan Fairgrieve, professore di diritto comparato presso l’Università Paris Dauphine in Francia, che ha detto che le 120.000 sterline per ogni caso sono «troppo poche per fornire un adeguato sostegno finanziario alle famiglie che hanno subito la morte di uno dei principali salariati; e/o la menomazione di una persona cara che richiede cure e supporto continui».

 

La lezione da portare a casa è una che conosce bene chi da anni fa parte del movimento antivaccinista in Italia: quando dicono «nessuna correlazione», stanno in realtà implicando miliardi e miliardi di euro in possibili risarcimenti.

Un portavoce sentito sempre da Epoch Times, ha dichiarato che «si tratta di vaccini molto nuovi e i possibili collegamenti tra il vaccino e i potenziali effetti collaterali sono ancora in fase di studio. Ciò significa che ci vorrà più tempo prima di poter determinare se la richiesta di un individuo soddisfa il primo test legale di causalità».

 

La lezione da portare a casa è una che conosce bene chi da anni fa parte del movimento antivaccinista in Italia: quando dicono «nessuna correlazione», stanno in realtà implicando miliardi e miliardi di euro in possibili risarcimenti.

 

Risarcimenti che, ricordiamolo, dalla legge 210/1992, sono corrisposti non più dalle farmaceutiche ma dallo Stato – cioè dal contribuente.

 

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Come è avvenuto, del resto, in USA dal 1986 con il National Childhood Vaccine Injury Act (NCVIA), che levava ai produttori di vaccino la responsabilità riguardo a eventuali accuse di danno, riducendo quindi lo scontro ad un arbitrato giudiziario federale dove, se riconosciuto, il danno veniva indennizzato dal National Vaccine Injury Compensation Program (NVICP), un programma con fondi specifici per la compensazione.

 

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