Geopolitica

Crisi kazaka: il presidente Tokaev ordina di «sparare a vista»

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews.

 

 

Ad Almaty continua a regnare l’anarchia. Negli annunci televisivi la capitale non viene più chiamata «Nur-Sultan». A causa del coprifuoco per lo stato di emergenza le celebrazioni del Natale ortodosso si sono svolte solo di giorno.

 

 

Le autorità del Kazakistan annunciano di aver ristabilito l’ordine dopo le proteste di piazza.

 

Il presidente Tokaev assicura in televisione che «non ci saranno trattative con i terroristi», e di aver dato ordine alla polizia di «sparare a vista senza preavviso» contro i dimostranti.

 

A Baikonur, la città kazaca dove ha sede la base astronautica russa, è stato proibito di circolare per strada a gruppi superiori alle tre persone.

 

Negli annunci televisivi la capitale non viene più chiamata «Nur-Sultan», il nome dato in onore di Nazarbaev, ma soltanto «capitale del Kazakistan»

Ad Almaty sembra però ancora regnare l’anarchia, con spari per le strade, cadaveri sull’asfalto, negozi e bancomat distrutti in tutta la città; le milizie russe hanno disposto cecchini sui tetti delle case per rispondere agli oppositori.

 

L’ex-presidente Nursultan Nazarbaev avrebbe lasciato il Paese, mentre rimane della famiglia solo il fratello Bulat, curatore degli interessi economici del clan Nazarbaev.

 

Negli annunci televisivi la capitale non viene più chiamata «Nur-Sultan», il nome dato in onore di Nazarbaev, ma soltanto «capitale del Kazakistan».

 

Una delle teorie diffuse da alcuni media per spiegare i disordini parla di un «complotto dei salafiti», corrente radicale dell’islam kazaco, a cui apparterrebbe Abiš Samat Satybaldjuly, nipote dell’ex-presidente Nazarbaev che il 7 gennaio è stato rimosso dall’incarico di vice-presidente del Consiglio di Sicurezza del Paese

Una delle teorie diffuse da alcuni media per spiegare i disordini parla di un «complotto dei salafiti», corrente radicale dell’islam kazaco, a cui apparterrebbe Abiš Samat Satybaldjuly, nipote dell’ex-presidente Nazarbaev che il 7 gennaio è stato rimosso dall’incarico di vice-presidente del Consiglio di Sicurezza del Paese.

 

Il generale maggiore della difesa russa Igor Konašenkov ha comunicato che un ponte costituito da oltre 70 aerei Il-76 e 5 An-124 trasporta senza sosta i soldati per il contingente di «pacificatori» in Kazakistan della CSTO, al comando dei quali è stato nominato il generale Andrej Serdjukov, uno dei capi delle armate russe che «controllarono» l’annessione della Crimea alla Russia nel 2014.

 

I russi hanno preso il controllo dell’aeroporto di Almaty. Ai soldati russi si uniranno in questi giorni dei contingenti dall’Armenia, Bielorussia, Tagikistan e Kirghizistan.

 

Le celebrazioni del Natale ortodosso in Kazakistan hanno avuto luogo soltanto di giorno, a causa del coprifuoco notturno per lo stato di emergenza.

 

Il patriarca di Mosca Kirill ha rivolto un augurio di pace ai fedeli del Kazakistan, chiamando il Paese «parte della Russia storica».

 

 

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Immagine screenshot da Youtube

 

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