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COVID in Australia, la polizia può entrare nelle case per effettuare «controlli sul posto»

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La polizia di Melbourne, in Australia, ora ha il potere di entrare nelle case delle persone senza un mandato ed eseguire «controlli a campione» per far rispettare le nuove regole dilockdown per il coronavirus.

 

«Non possiamo più avere persone semplicemente in giro senza una buona ragione»

Dopo che lo stato di Victoria ha annunciato lo stato di calamità in risposta a un picco nei casi di coronavirus, il Premier dello stato Daniel Andrews ha detto ai residenti: «Non possiamo più avere persone semplicemente in giro senza una buona ragione».

 

Oltre al coprifuoco dalle 20:00 alle 05:00, i residenti possono lasciare la propria casa solo al di fuori di tali orari per acquistare cibo e generi di prima necessità, eseguire cure e assistenza, nonché attività fisica e lavorativa quotidiane, riporta Summit News.

 

I nuovi poteri danno alla polizia il diritto di «entrare nella tua casa per effettuare controlli a campione anche se non dai loro il permesso e non hanno un mandato»

I nuovi poteri danno alla polizia il diritto di «entrare nella tua casa per effettuare controlli a campione anche se non dai loro il permesso e non hanno un mandato», riferisce il sito LockdownSkeptics.org.

 

Sono stati inoltre introdotti controlli sugli acquisti, limitando i cittadini agli acquisti di non più di due di alcuni articoli essenziali, compresi prodotti lattiero-caseari, carne, verdure, pesce e carta igienica.

 

La cronaca riporta immediatamente dopo che il governo ha annunciato le nuove misure draconiane, centinaia di agenti di polizia si sono posizionate attorno a palazzi residenziali per garantire che nessuno potesse andarsene. Una scena vista, forse, a Wuhan ad inizio anno.

 

Alle persone è stato detto che dovevano rimanere nella residenza in cui avevano dormito la notte precedente per le sei settimane successive.

 

Chiunque violi le nuove regole subisce una multa fino a  1.652 dollari australiani, un importo che dovrebbe aumentare.

Secondo alcuni  il picco nei casi COVID-19 nella regione potrebbe essere semplicemente dovuto al fatto che sono stati condotti più test.

 

Secondo alcuni  il picco nei casi COVID-19 nella regione potrebbe essere semplicemente dovuto al fatto che sono stati condotti più test.

 

Scrive Toby Young: «Victoria ha testato quasi 43.000 domenica 26 luglio, il doppio rispetto ai giorni normali e il picco di mercoledì potrebbe essere dovuto ai pochi giorni di ritardo prima che i risultati arrivassero. Inoltre, una percentuale dei risultati positivi è probabilmente dovuta all’ampia traccia dei contatti introdotta nelle ultime settimane, con test mirati su coloro che sono stati in contatto con altre persone infette».

 

«Sembra un modello familiare: su consiglio dei funzionari della sanità pubblica, un leader politico accelera i test e introduce un programma di monitoraggio, quindi, quando il numero di casi inevitabilmente aumenta, il leader si fa prendere dal panico e introduce nuove misure draconiane».

 

Anche in Australia, come in questo emisfero, oramai è chiaro che il COVID – e cioè, la sua statistica sempre più incomprensibile – è uno strumento di controllo sociale nelle mani dei politici e degli scienziati collusi.

 

 

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