Epidemie

COVID-19, la comunità scientifica mai così divisa

Pubblicato

il

 

 

 

 

Secondo 10 esperti fra cui virologi, anestesisti ed epidemiologi, il COVID-19 avrebbe oggi una carica virale molto più debole e molto meno contagiosa.

 

Se fino a ieri questa risultava essere solo un’ipotesi rilasciata sporadicamente da qualche «cane sciolto», ora la tesi, fondata sui dati clinici che medici infettivologi e virologi hanno raccolto nell’ultimo periodo, viene messa nero su bianco in un documento che sembra essere il manifesto di un nuovo blocco scientifico trasversale, in opposizione ad un’altra parte di comunità scientifica che continua ad invitare la popolazione e la politica stessa alla massima prudenza, generando preoccupazioni e terrore in vista di una ipotetica nuova ondata di contagi che potrebbe ripresentarsi a settembre.

 

Secondo 10 esperti fra cui virologi, anestesisti ed epidemiologi, il COVID-19 avrebbe oggi una carica virale molto più debole e molto meno contagiosa

I firmatari sono il dottor Alberto Zangrillo, primario del reparto di terapia intensiva del San Raffaele, il dottor Matteo Bassetti, primario del reparto di Malattie Infettive del San Martino di Genova, il dottor Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, il dottor Massimo Clementi, microbiologo Direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele, il dottor Luciano Gattinoni, anestesista e professore emerito dell’Università di Göttingen, in Germania, il dottor Donato Greco, infettivologo già direttore del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS), il dottor Luca Lorini, primario della rianimazione del Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il dottor Giorgio Palù, virologo, per anni professore di microbiologia all’Università di Padova, il dottor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’ Istituto Mario Negri e Roberto Rigoldi. 

 

«Il ricorso all’ospedalizzazione è un fenomeno ormai raro — dichiarano i 10 esperti — e interessa pazienti asintomatici o paucisintomatici. Le evidenze virologiche in totale parallelismo hanno mostrato un costante incremento di casi con carica virale bassano molto bassa»

Nel documento viene evidenziato il «crollo inequivocabile dei malati con sintomi e dei ricoveri in ospedale», facendo notare che aumentano invece, in modo esponenziale, i casi «debolmente positivi» che dunque non sarebbero più contagiosi e potrebbero evitare l’isolamento. 

 

«Il ricorso all’ospedalizzazione è un fenomeno ormai raro — dichiarano i 10 esperti — e interessa pazienti asintomatici o paucisintomatici. Le evidenze virologiche in totale parallelismo hanno mostrato un costante incremento di casi con carica virale bassano molto bassa».

 

Di contro, Silvio Brusaferro, Franco Locatelli, Giuseppe Ippolito e Giovanni Rezza, del comitato tecnico scientifico di supporto al governo nelle decisioni inerenti alle misure di prevenzione anti-contagio, credono che SARS-CoV-2 non sia affatto mutato né si sia indebolito e che l’apparente, ridotta bellicosità sia dovuta alle misure di distanziamento sociale adottate dal Governo e dal CTS durante il periodo di lockdown.

 

Ciò che è certo è che la verità in tasca, i soliti noti, questa volta non ce l’hanno

Non sappiamo dove e a cosa porterà questa ormai palese contrapposizione all’interno della stessa comunità scientifica, ma ciò che è certo è che la verità in tasca, i soliti noti, questa volta non ce l’hanno — e finalmente qualche collega glielo ha fatto notare contrapponendosi a chi è convinto di poterci far credere che esistano inopinabili ed assoluti dogmi.

 

 

Cristiano Lugli 

Più popolari

Exit mobile version