Geopolitica

Cosa succede se trasformi una superpotenza nucleare in un paria? Parla l’ex ambasciatore USA in URSS

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Jack Foust Matlock, ambasciatore americano in URSS dal 1987 al 1991 (in pratica, il penultimo…) ha analizzato la situazione della Russia, colpita da sanzioni soverchianti e al contempo detentrice del primato mondiale di testate atomiche,  in un’intervista andata in onda sulla CNN il 4 aprile.

 

Parlando nel contesto delle immagini del caso Bucha, Matlock ha dichiarato:

 

«Condivido molte di queste emozioni, ma all’idea che possiamo fare di un’importante potenza nucleare un paria, [consegue] che con le nostre azioni stiamo effettivamente distruggendo quegli elementi in quella società che potrebbero portare un cambiamento positivo in futuro. Penso che non sia saggio».

 

Matlock, oltre all’incarico di ambasciatore 1987 al 1991, aveva lavorato presso l’ambasciata USA a Mosca anche dal 1974 al 78.

 

L’ambasciatore ha quindi chiarito la stoltezza del precipitarsi al giudizio, quando c’è in gioco così tanto.

 

Si può provare indignazione per i casi degli «orrori della guerra», ma il problema dovrebbe essere come porre fine a tali orrori, ha affermato. Contro una superpotenza nucleare, ci deve essere una riduzione dell’escalation realizzata attraverso una negoziazione vera e propria. Qualsiasi altro percorso porta a orrori senza fine, riporta EIR.

 

«Il pensare che il mondo trarrebbe beneficio dal fare della Russia, una potenza nucleare equivalente agli Stati Uniti, un paria, penso, non rappresenti davvero i nostri interessi per il futuro. Ho paura di un mondo del genere».

 

L’intervento di Matlock del 4 aprile è apparso in un segmento della CNN in cui le foto di Bucha sono state considerate come prova dei crimini di guerra russi.

 

Al professore associato di politica globale dell’Università di Londra e all’editorialista del Washington Post Brian Klaas che hanno affermato che le uccisioni di civili a Bucha sono state «orchestrate» da alti funzionari militari russi, Matlock ha risposto:

 

«Non sappiamo con certezza cosa sia successo con questi apparenti atrocità. E, di certo, non sappiamo che siano stati ordinati da Mosca».

 

Ha poi ricordato ai telespettatori della CNN che l’espansione della NATO in Europa e il graduale aumento delle tensioni tra le potenze occidentali e Mosca sono stati i frutti della politica estera degli Stati Uniti e un errore evitabile.

 

Il Klaas  quindisi è offeso: «Penso che la caratterizzazione che in qualche modo sia colpa nostra sia completamente sbagliata».

 

Il pensiero unico sulla Russia, nonostante il battage di media e politica, lascia intravedere enormi crepe che potrebbero farlo crollare.

 

L’ex generale USA Michael Flynn ha avvertito del pericolo estremo della politica dell’amministrazione Biden in Ucraina, e dei suoi errori marchiani in politica estera.

 

L’ex colonnello americano Douglas McGregor, che era a capo di una delle fazioni dell’ultima grande battaglia di tank della storia, quella in Iraq durante l’Operazione Desert Storm, si è spinto a domandarsi in diretta televisiva se gli USA possanno accettare una pace russo-ucraina.

 

 

 

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