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Coronavirus, bambina di 4 anni ostaggio dei tamponi: reclusa da 120 giorni

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Una sorta di prigionia sine die: è questo ciò che sta vivendo una bambina milanese di soli 4 anni dopo essere risultata positiva al tampone naso-faringeo per individuare la presenza di Sars-Cov-2.

 

La piccola pare non aver contagiato assolutamente nessuno in famiglia.

 

Ha manifestato i primi sintomi il 24 marzo scorso, con febbre alta ed apparenti difficoltà respiratorie che spinsero i genitori ad accompagnarla in Pronto Soccorso. Qui, i medici accertano che non ha nessuna complicanza a livello polmonare, e la avrebbero rimandata a casa senza alcun test.

 

La piccola pare non aver contagiato assolutamente nessuno in famiglia

Nonostante i sintomi siano quindi abbondantemente superato da mesi, la piccola è ostaggio di questa situazione da ben 120 giorni, reclusa nella propria abitazione perché, nel mentre, è iniziata la tarantella dei tamponi, dove il primo risultava negativo e il secondo positivo, ripartendo ogni volta da capo con questa tiritera.

 

Da lì, secondo quanto riporta la madre, la bambina inizia a manifestare disturbi comportamentali: non vuole farsi toccare e non vuole più salire in auto per andare a fare i tamponi. La madre decide così di non sottoporla più ad alcun test e si rivolge alle autorità competenti regionali e nazionali.

La piccola è ostaggio di questa situazione da ben 120 giorni, reclusa nella propria abitazione perché, nel mentre, è iniziata la tarantella dei tamponi, dove il primo risultava negativo e il secondo positivo, ripartendo ogni volta da capo con questa tiritera

 

Intervistata dal Corriere della Sera, pur volendo rimanere nell’anonimato, la madre della bambina racconta questa tremenda ed inverosimile situazione:

 

«Serve un doppio tampone negativo per liberare mia figlia “legalmente”, ma non voglio più sottoporla a questo stress. È tormentata dagli incubi, si risveglia urlando, parla di mostri e di dottori cattivi».

 

Le autorità sanitarie contattate dai genitori della piccola avrebbero concordato sul fatto che la figlia non sia più un pericolo per gli altri, segnalando altresì la situazione al Ministero della Salute.

 

«È tormentata dagli incubi, si risveglia urlando, parla di mostri e di dottori cattivi»

Eppure fino ad ora nessuno ha avuto il coraggio o vuole prendersi la responsabilità di liberarla da questo incessante incubo, come dichiara la mamma sempre al Corriere:

 

«Tutti mi hanno confermato che la bambina non è più contagiosa, ma nessuno si è assunto la responsabilità di liberarla. Chiedo che si valutino altri elementi per la fine della quarantena. Non si possono violentare così i bambini».

 

Nessuno renderà conto dei danni psicologici ed emotivi che questo folle ricorso alla reclusione forzata ed ingiustificata causerà a lei e a tutta la sua famiglia.

Il tempo perduto nessuno lo ridarà indietro a questa innocente bambina.

 

E, come solito, nessuno renderà conto dei danni psicologici ed emotivi che questo folle ricorso alla reclusione forzata ed ingiustificata causerà a lei e a tutta la sua famiglia.

 

 

 

 

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