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Coppia rifiuta il tampone per il neonato. Il servizio sanitario britannico minaccia di chiamare la «squadra di tutela»

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Una donna incinta sconvolta e il suo partner sono stati minacciati da un dipendente del Servizio sanitario nazionale (NHS) nel Regno Unito quando hanno difeso il loro diritto a non far testare il loro bambino per il COVID-19. Lo riporta Lifesitenews con la sua corrispondente britannica Dorothy Cummings.

 

Non si tratta nemmeno di un neonato, ma di un nascituro. Lo Stato però vuole preparargli il test per il COVID.

 

Non si tratta nemmeno di un neonato, ma di un nascituro. Lo Stato però vuole preparargli il test per il COVID

In un video girato dal padre del bambino, è possibile sentire la voce fuori campo dell’operatore del servizio sanitario nazionale britannico dire alla coppia che la loro protesta sarà discussa con il «safeguarding team», «team di protezione», che immaginiamo significhi, nei nostri termini, una temibile segnalazione che avvia la spirale verso i «servizi sociali», con ciò che questo comporta per la potestà.

 

«Solo per essere chiaro, questo sarà documentato nelle vostre note», ha detto la donna dello staff del NHS. «Faremo sapere alla squadra neonatale… e chiederemo anche al safeguarding team».

 

«Solo per essere chiaro, questo sarà documentato nelle vostre note», ha detto la donna dello staff del NHS. «Faremo sapere alla squadra neonatale… e chiederemo anche al safeguarding team»

 

«Questa osservazione apparentemente innocua è stata immediatamente presa  come una minaccia da Stacey, la futura madre» scrive Lifesite.

 

«Siete più preoccupati per il COVID che per il bambino»

«E coinvolgerai anche i servizi sociali», dice quindi la madre, che applaude l’operatore sanitario, in una amara parodia del rituale ufficiale del giovedì sera che va in scena in Gran Bretagna dall’estate scorsa, «applaudi il SSN», la versione d’Albione della deferenza dovuta nello stato pandemico a quegli infermieri che in Italia hanno chiamato «angeli» (o «anceli»), e che ora magari stanno intasando i social di minaccie di sevizie agli eventuali ricoverati non vaccinati.

 

«Siete così bravi, vero, gente?» dice la futura madre.

 

«Mi hai detto circa 5 maledette volte, e sono stufa di sentirlo», ha continuato, mentre il padre del nascituro rivelava preoccupazione per i suoi livelli di stress. «Non ho perso [liquido amniotico] tutto il giorno, e ora sto perdendo. Pensi che io abbia davvero bisogno di questa spazzatura sul COVID? C’è il rischio di perdere il mio bambino».

 

«Non si sa ancora molto della famiglia  tranne che i genitori parlano con forti accenti londinesi o dell’Essex che li contrassegnano come socialmente vulnerabili nella società costantemente classista dell’Inghilterra»

Il padre del bambino è intervenuto, dicendo agli operatori del SSN: «siete più preoccupati per il COVID che per il bambino».

 

Imperterrito, l’operatore del SSN ha fatto le sue sottili minacce, informando Stacey e il suo compagno che avrebbe parlato con il «team di protezione» dopo che la coppia ha chiarito che il team neonatale conosceva già i loro sentimenti riguardo al test COVID sul bambino.

In cambio, il padre del bambino ha assicurato all’operatore del SSN che la conversazione sarebbe diventata virale. Così è stato: il video è apparso sull’account Twitter di Dissent Media il 28 luglio.

Ci sono dei rilievi sociopolitici non di poco conto da fare: «non si sa ancora molto della famiglia – scrive Dorothy Cummings — tranne che i genitori parlano con forti accenti londinesi o dell’Essex che li contrassegnano come socialmente vulnerabili nella società costantemente classista dell’Inghilterra».

 

In pratica, si tratta di una coppia working class. Classe lavoratrice: gente semplice, come i genitori di Charlie Gard, Alfie Evans, e di tutti i bambini sacrificati negli anni al Moloch sanitario britannico

In pratica, si tratta di una coppia working class. Classe lavoratrice: gente semplice, come i genitori di Charlie Gard, Alfie Evans, e di tutti i bambini sacrificati negli anni al Moloch sanitario britannico.

 

Un tempo si diceva «proletari», ora il termine è desueto, anche perché stava a significare che la famiglia non aveva altro che i figli: ora la prole ce la vogliono testare, togliere, o perfino uccidere.

 

I proletari di tutto il mondo devono unirsi. Perché senza prole, non esisterà più il mondo, l’umanità: lo sappiamo, è proprio questo quello che vogliono.

 

 

 

 

PERCHÉ HANNO UCCISO ALFIE EVANS

 

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