Cina

Colpo di Stato in Cina? La voce circola, ma senza conferme

Pubblicato

il

La voce è in giro da più di un giorno, tuttavia ne abbiamo avuto contezza solo ora che fioccano le smentite e le ironie in rete.

 

In breve: una serie di fonti su internet hanno cominciato a sostenere la notizia, clamorosa come nient’altro se vera, che nella Repubblica Popolare Cinese sarebbe in corso un colpo di Stato.

 

Secondo tale selvaggio rumor, Xi sarebbe stato rimosso con un colpo di stato prima del Congresso del Partito di ottobre.

 

«Nuova voce da verificare: Xi jingping [sic] è agli arresti domiciliari a Pechino?» ha scritto Subramanian Swamy, un ex ministro del governo indiano e membro del Parlamento fino ad aprile.

 

A dare credito alla voce Jennifer Zeng, un’attivista anti-Partito Comunista Cinese (PCC) di solito affidabile.

 


 

La Zeng sostiene che alcuni anziani del PCC avrebbero rimosso Xi dalla leadership dell’Esercito di Liberazione del Popolo (ELP).

 

Ieri Xi Jinping era diventato uno degli argomenti top trend su Twitter. Il suo nome è apparso sugli hashtag più di 42.000 volte e il termine «colpo di stato cinese» è stato fatto circolare 9.300 volte sulla piattaforma, riporta il quotidiano anti-PCC Epoch Times.

 

A questa incredibile voce di corridoio si è aggiunta quella secondo cui vi sarebbero stata cancellazioni di voli in massa in tutto il paese. Secondo questa teoria, quasi 10.000 voli sarebbero stati sospesi sabato, lo stesso giorno in cui è stata convocata a Pechino una conferenza chiave sulla difesa nazionale e la riforma militare.

 

Vari esperti hanno negato che possa esservi stato un golpe.

 

Il corrispondente della rivista tedesca Der Spiegel ha fatto un giro per Pechino per fotografare la città e canzonare chi crede al colpo di Palazzo contro Xi.

 

Secondo India Today, la notizia sulla cancellazione di migliaia di voli non sarebbe corretta.

 

Insomma, non è possibile dare credito alla voce, ma forse non è possibile nemmeno negarla.

 

Come riportato da Renovatio 21, tra purghe di alti papaveri, sta per celebrarsi il 20° Congresso del PCC, quello che dovrebbe assegnare a Xi ancora più poteri, segnando una ri-trasformazione della Cina, che da Mao (dove il sistema esaltava il leader e il culto della personalità) era passata a Deng (che invece credo il sistema di multipli «oligarchi» che tirano le fila del PCC) e che ora potrebbe tornare a Mao-Xi, che del grande timoniere ha iniziato a copiare pure le camicette.

 

Xi ha una fronda interna, formata da pezzi grossi ed ex presidenti, chiamata anche la «fazione di Shanghai». Molto casualmente, Shanghai è la città che ha subito da Xi il lockdown più folle mai visto, con 26 milioni di persone chiuse in casa ad urlare mentre vengono deportati i loro cari e i loro animali domestici sono giustiziati in strada, mentre robocani e droni pattugliano cieli e strade.

 

Come sa il lettore di Renovatio 21, contro Xi si è ora schierato apertamente anche George Soros, forse arrivato alla sua ultima battaglia: detronizzare lo Jinpingo e vincere nel complesso intrigo di poteri finanziari occidentali che ora si stanno combattendo su terra cinese.

 

 

Più popolari

Exit mobile version