Cina
Colloqui segreti tra Stati Uniti e Taiwan
I massimi funzionari della politica estera di Taiwan hanno visitato gli Stati Uniti questa settimana per incontri segreti noti come colloqui sul «canale specialeù, ha riferito il Financial Times il 22 agosto.
FT sostiene che gli Stati Uniti e Taiwan hanno tenuto colloqui segreti sul «canale speciale» per anni, sebbene la loro esistenza fosse divulgato per la prima volta da FT nel 2021. L’ultimo canale speciale si è tenuto nel febbraio 2023.
La visita include il ministro degli Esteri di Taiwan Lin Chia-lung e Joseph Wu, consigliere per la sicurezza nazionale di Taiwan.
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FT osserva che, secondo una pratica di lunga data, i ministri degli Esteri e della Difesa di Taiwano «non possono entrare nel Distretto di Columbia [cioè nell’area della capitale americana, ndr], quindi il canale si è solitamente svolto nell’area metropolitana di Washington».
Nel 1971, le Nazioni Unite hanno riconosciuto il governo di Pechino come governo legittimo della Cina, portando molti Paesi a rimuovere il riconoscimento di Taiwan. Dal 1972, gli Stati Uniti hanno accettato, ma non appoggiato, la posizione di Pechino secondo cui «esiste una sola Cina e Taiwan è una parte della Cina».
Come riportato da Renovatio 21, a giugno parlando alla massima accademia militare di Taiwan a Kaohsiung il presidente taiwanese Lai Ching-te aveva avvertito i futuri ufficiali militari di Formosa che Pechino non si fermerà davanti a nulla pur di prendere il controllo dell’isola. Tre settimane prima la Cina comunista aveva concluso l’ultima esercitazione militare (chiamata Joint Sword 2024A) per la conquista di Formosa.
Sinora, lo status quo nella questione tra Pechino e Taipei è stato assicurato dal cosiddetto «scudo dei microchip» di cui gode Taiwano, ossia la deterrenza di questa produzione industriale rispetto agli appetiti cinesi, che ancora non hanno capito come replicare le capacità tecnologiche di Taipei.
La Cina, tuttavia, sta da tempo accelerando per arrivare all’autonomia tecnologica sui semiconduttori, così da dissolvere una volta per tutte lo scudo dei microchip taiwanese. La collaborazione tra Taiwano e UE riguardo ai microchip, nonostante la volontà espressa da Bruxelles, non è mai davvero decollata.
Come riportato da Renovatio 21, durante il suo discorso per la celebrazione del centenario del Partito Comunista Cinese nel 2021 lo Xi, mostrandosi in un’inconfondibile camicia à la Mao, parlò della riunificazione con Taipei come fase di un «rinnovamento nazionale» e della prontezza della Cina a «schiacciare la testa» di chi proverà ad intimidirla.
Alcuni mesi fa il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che la riunificazione di Taiwan e della Cina continentale è una «inevitabilità storica», mentre a novembre il Chen Binhua, appena nominato nuovo portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwano del Consiglio di Stato cinese, aveva avvertito che «l’indipendenza di Taiwan significa guerra».
Oggi come allora, il Paese è un punto di tensione internazionale, tra le aperte minacce di invasione da parte della Repubblica Popolare Cinese e le manovre della flotta militare americana nell’area.
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Come riportato da Renovatio 21, la tensione nella regione era salita quando a inizio anno il cacciatorpediniere lanciamissili USS John Finn della 7ª flotta USA ha annunciato il transito da sud a nord dello Stretto di Taiwano.
Taipei aveva vissuto una enigmatica falsa emergenza invasione, propalato dai media, pochi mesi fa.
Nel frattempo, come visto in settimana a seguito dell’insediamento del nuovo governo di Taipei, nel Parlamento taiwanese sono botte ed episodi di rugby legislativo.
Come riportato da Renovatio 21, il colosso del microchip TSMC ha dichiarato l’anno scorso che la produzione dei microchip si arresterebbe in caso di invasione cinese di Formosa.
In uno sviluppo recente, l’azienda olandese ASML, che vende a TSMC immense macchine di ultra-precisione a tecnologia ultravioletta per la produzione di chip, ha affermato di essere in grado di fermarle in caso di invasione da parte della Cina comunista.
I microchip taiwanesi sono un argomento centrale nella attuale tensione tra Washington e Pechino, che qualcuno sta definendo come una vera guerra economica mossa dall’amministrazione Biden contro il Dragone, che riprendono politiche della precedente amministrazione Trump.
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Immagine di 中華民國總統府 (Palazzo presidenziale della Repubblica Cinese) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic