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Cina e Russia non hanno obbligo vaccinale. A differenza delle «democrazie» occidentali

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Le democrazie peggio dei regimi che considera «autoritari» o perfino «totalitari»: questa è la grande lezione che ci consegna la vaccinazione COVID.

 

Il centro  per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina comunista, che opera sotto la Commissione Sanitaria del governo di Pechino, il mese scorso ha respinto l’obbligo vaccinale per i cittadini della Repubblica Popolare, sottolineando l’importanza dei principi di una vaccinazione «informata, consensuale e volontaria» per i 1,4 miliardi di persone, secondo quanto riportato dal  Global Times , un giornale di Stato in lingua inglese.

 

Parrebbe essere proprio così: anche quando alcune città in Cina hanno cercato di implementare obblighi di vaccinazione per studenti e dipendenti governativi, secondo quanto riferito, il governo centrale è intervenuto per eliminare le misure.

 

Cina e Russia, insomma, paiono più liberali rispetto alle cosiddette «democrazie» occidentali, che tanto disprezzano (con tanto di sanzioni, nel caso di Mosca) i sistemi politici «autoritari» dell’Est

Allo stesso modo, il presidente russo Vladimir Putin ha in passato pubblicamente denunciato gli obblighi di vaccinazione, anche se di recente  ha smesso di denunciare le autorità locali che hanno cercato di attuare iniezioni obbligatorie per «gruppi a rischio».

 

«Una volta ho detto che non sostengo la vaccinazione obbligatoria e continuo ad aderire a questo punto di vista», ha detto Putin la scorsa settimana. «Tuttavia, la legge dice che in caso di aumento del numero dei casi e in caso di epidemia, i capi regionali possono introdurre la vaccinazione obbligatoria per determinati gruppi di persone, in particolare i gruppi a rischio».

 

Comunque sia, Mosca, riporta il giornale di lingua inglese Moscow Times, ha cancellato la sua iniziativa sul passaporto per i vaccini sulla scia del massiccio contraccolpo ricevuto dall’opinione pubblica.

 

Il vaccino più diffuso in Cina è il vaccino CoronaVac, che utilizza una tecnologia più tradizionale di particelle virali inattivate, proprio come il vaccino contro la poliomielite. Un altro vaccino diffuso in Cina, e esportato nel mondo, è il Sinovac, che però è molto discusso per la scarsa efficacia che avrebbe mostrato.

 

L’unica cosa ad essere autoritaria, anzi totalitaria, biofascista, è l’obbligo vaccinale cui sono sottoposti i cittadini occidentali, italiani in primis, costretti a scegliere tra l’incognita della siringa mRNA (realizzata per tramite dello squartamento di feti abortiti) e il proprio lavoro

Il vaccino russo è a vettore virale, come AstraZeneca. Esso è stato prodotto con l’uso di linee cellulari da feto abortito HEK-293.

 

I due principali vaccini occidentali, Pfizer e Moderna, costituiscono invece una terapia genica all’mRNA mai sottoposta ai tipici rigorosi test sull’uomo. In effetti, le aziende hanno accelerato le sperimentazioni testando contemporaneamente uomini e animali, con buona pace dei principi stabiliti dal Codice di Norimberga.

 

Quindi, come ammesso dalle stesse farmaceutiche, gli effetti collaterali a lungo termine di tale tecnologia sperimentale sono ancora sconosciuti.

 

Cina e Russia, insomma, paiono più liberali rispetto alle cosiddette «democrazie» occidentali, che tanto disprezzano (con tanto di sanzioni, nel caso di Mosca) i sistemi politici «autoritari» dell’Est.

 

L’unica cosa ad essere autoritaria, anzi totalitaria, biofascista, è l’obbligo vaccinale cui sono sottoposti i cittadini occidentali, italiani in primis, costretti a scegliere tra l’incognita della siringa mRNA (realizzata per tramite dello squartamento di feti abortiti) e il proprio lavoro – cioè con la prospettiva di essere allontanati dal lavoro (nonostante il primo articolo della Carta Costituzionale) equindi   essere messi alla fame, costretti a non poter più nutrire la propria famiglia, fornire cure ai proprio cari, e poi di perdere la casa… e via sprofondando nell’incubo.

Non c’è narrativa possibile, oggi, sulla superiorità della «democrazia», e soprattutto delle «democrazie» come sistemi superiori che concedono la libertà ai propri cittadini.

 

Un incubo che Cina e Russia non stanno vivendo.

 

Basta solo comprendere questo per capire quanto lo Stato moderno in Occidente abbia perso ogni residuo di legittimità.

 

Non c’è narrativa possibile, oggi, sulla superiorità della «democrazia», e soprattutto delle «democrazie» come sistemi superiori che concedono la libertà ai propri cittadini.

 

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