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Chiusura ingloriosa del metaverso dell’Unione Europea

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Qualsiasi evento a cui nessuno si presenta è di per se decisamente triste. L’Unione Europea aveva investito circa 400.000 euro in una «festa sulla spiaggia» del metaverso di 24 ore piena di «musica e divertimento», ma questo party ha attirato meno di dieci ospiti.

 

L’evento, secondo Insider, è stato lanciato dal dipartimento per gli Aiuti Esteri della Commissione europea, che sperava di suscitare l’entusiasmo dei giovani per la sua strategia Global Gateway recentemente annunciata.

 

Purtroppo la festa virtuale non è andata esattamente come previsto.

 

«Sono qui al concerto di “gala” nel metaverso da 387.000 euro del Dipartimento per gli aiuti esteri dell’UE (progettato per attrarre giovani tra i 18 e i 35 anni non impegnati politicamente)», ha twittato Vince Chadwick, un giornalista che ha partecipato all’evento digitale. «Dopo le prime chiacchierate confuse con i circa altri cinque umani che si sono presentati, sono solo».

 

 

Sempre secondo Insider, l’evento ha attirato lo scetticismo dei potenziali clienti sin dal principio, compresi gli stessi membri dello staff dell’UE. Poche settimane dopo l’annuncio della «festa», diversi dipendenti dell’UE hanno parlato con Devex e non hanno usato mezzi termini.

 

Uno ha definito la festa in spiaggia digitale «deprimente e imbarazzante», mentre un altro ha definito l’evento «spazzatura digitale». Quando gli è stato detto quanti soldi l’agenzia aveva speso per il progetto, qualcun altro ha bestemmiato.

 

A peggiorare le cose, il progetto Global Gateway della commissione, che l’evento avrebbe dovuto promuovere, è in parte una strategia per contrastare l’influenza cinese post-pandemia. 

 

«Pechino deve essersi fatta le grasse risate», ha detto al Times di Londra un diplomatico dell’UE. «Sarebbe divertente se non fosse un progetto serio e se non avessimo pagato tutto».

 

Ci si chiede chi abbia promosso questo mega flop digitale e perché investire così tanti danari per questi progetti così distanti dal mondo reale e dalle esigenze pratiche dei cittadini europei.

 

Di fronte al fiasco, la Commissione Europea a metà gennaio aveva già deciso di chiudere la sua esperienza di metaverso, che sulla carta doveva essere la piazza digitale che avrebbe avvicinato i giovani per sensibilizzarli alle politiche e ai valori UE.

 

I 387mila euro per lo sviluppo del metaverso comunitario erano stati assegnati all’agenzia comunicazione tedesca, che a sua volta ha subappaltato i lavori per realizzare la piattaforma interattiva ad una premiata società informatica berlinese.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso un notissimo brand di birra olandese aveva subito un destino non dissimile a quello del progetto UE: festa nel mondo della realtà virtuale in grande assenza di persone che si presentano.

 

 

I lettori di Renovatio21 sanno bene cosa sia il metaverso, ossia uno spazio cibernetico che è al contempo denso e navigabile per ogni questione umana. Il metaverso è la digitalizzazione delle attività, delle transizioni, della vita della popolazione. 

 

Alla fine, vista la penosa affluenza, almeno non c’è stato il rischio di farsi male; ebbene sì, perché il metaverso può causare infortuni fisici reali!

 

Ma i rischi connessi a questa nuova e controversa tecnologia sono molteplici tanto che alcuni esperti sostengono che il metaverso sarà un luogo dove entreranno subito i predatori di bambini: «andranno lì prima per trarre vantaggio dal fatto che è un terreno sicuro per abusare o preparare i bambini».

 

Il metaverso in questi ultimi anni ha costituito soprattutto il grande investimento (qualcuno dice 10 miliardi di dollari) del patron di Facebook Mark Zuckerberg, che ora, a guardare dalle migliaia di licenziamenti che sta operando, potrebbe essersi reso conto di aver, anche lui, fatto un colossale fiasco.

 

È un peccato: come riportato da Renovatio 21, il World Economic Forum di Davos già stava lavorando per metterci i suoi paletti (con grandi proposte da parte degli arabi su leggi contro gli «omicidi virtuali»), mentre «esperti» predicevano che tra cinquanta anni i genitori avranno «figli digitali» sul metaverso invece che prole fatta di carne e sangue.

 

 

 

 

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