Spirito
Chiese in vendita in Francia
In Francia, ogni anno vengono sconsacrate e messe in vendita dalle 10 alle 15 chiese. Quest’anno, si è potuto acquistare una chiesa neogotica vicino a Clermont-Ferrand (380.000 euro), un’ex basilica classificata come monumento storico a quindici minuti da Poitiers (950.000 euro), una chiesa del XVII secolo – anch’essa classificata – su un’isola della Loira (100.000 euro), una chiesa di inizio XX secolo in Bretagna (330.000 euro) e la cappella dell’ex convento carmelitano di Niort (220.000 euro). Il seguente saggio è di Padre Alain Lorans, FSSPX.
La diocesi di Nancy-Toul ha messo in vendita la chiesa di Notre-Dame-de-Franchepré a Joeuf, che il sindaco intende trasformare in un museo del calcio, in omaggio a Michel Platini, figlio nativo della gente del posto. La diocesi di Arras sta vendendo la chiesa di Saint-Edouard a Lens, e l’agenzia incaricata della transazione ha pubblicato un annuncio sul sito web Leboncoin.
Questa chiesa, costruita all’inizio del XX secolo per una popolazione di minatori, è classificata come monumento storico dal 2009, ma viene comunque presentata come un immobile ordinario: «casa di 4 locali in vendita, 539 m² – 362.500 €. Chiesa in posizione ideale, con molteplici possibilità».
»Lasciate correre la vostra immaginazione con questa rarissima proprietà in vendita». Il vescovado sta cercando di rassicurare i cattolici sul fatto che la vendita di una chiesa è legittimamente offensiva; sarà vietato svolgervi qualsiasi attività immorale: non funzionerà come locale per bere, locale notturno o sala giochi. La chiesa di Saint-Édouard ora attrae solo una manciata di fedeli e la sua manutenzione è troppo costosa.
Da un anno non vi si celebra più la Messa. Il vescovo di Arras, Olivier Leborgne, ritiene che sia necessario ora radunare le forze, «raggruppandosi attorno a delle oasi». L’immagine è significativa: piccole «oasi» in mezzo a una distesa arida. Tale è lo stato della Chiesa in Francia, con il suo 2% di fedeli praticanti: un deserto spirituale, dottrinale, morale e liturgico… con qualche isola qua e là.
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Ci consoliamo con parole magniloquenti destinate a mascherare mali ben reali: è vero che il deserto è un luogo dove i miraggi possono essere facilmente scambiati per miracoli! Le chiese sono vuote, devono essere vendute, ma parliamo di un «nuovo respiro».
I seminari chiudono, l’età media del clero è di 75 anni e per ogni sacerdote ordinato almeno dieci vengono sepolti, ma accogliamo con favore una «nuova Pentecoste». I vescovi stanno gestendo la bancarotta. Stanno vendendo beni – non solo immobili – ma gioiscono del «rinnovamento» portato dalle riforme del Concilio Vaticano II, dichiarate «irreversibili».
Tutto è permesso, tranne l’esperienza della Tradizione. Tutto è autorizzato, tranne la celebrazione della Messa tridentina. Si rinuncia all’idea di un «ritorno al passato», che – come ben sanno gli ideologi mitrati – equivarrebbe a un ritorno alla realtà. In altre parole, queste vendite sono un ripudio del sogno conciliare, oggi diventato un vero e proprio incubo statistico ed economico.
Perciò preferiscono svendere le chiese e, con esse, il tesoro spirituale della Chiesa.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia