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«Chiamatelo COVID-21»: il premier belga finalmente usa l’espressione che aspettavamo

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Il Primo Ministro del Belgio Alexander De Croo  afferma che la nuova variante mutante del coronavirus è così potenzialmente devastante che dovrebbe essere chiamata «COVID-21».

 

Il premier di Borsella ha fatto i commenti durante una conferenza stampa dopo che i mercati internazionali sono crollati in risposta alla notizia che la variante «Nu» del virus era stata scoperta in Botswana e si era diffusa in tutto il Sudafrica.

 

«Si potrebbe dire che questo è il COVID-21 invece del COVID-19: è tre volte più infettivo del virus originale», ha affermato con sicumera il liberal-democratico fiammingo De Croo.

 

«Si potrebbe dire che questo è il COVID-21 invece del COVID-19: è tre volte più infettivo del virus originale»

È rilevante notare come l’espressione COVID-21, ad indicare una nuova potente variante del virus in grado di implementare ulteriori stati di emergenza, circolasse da più di un anno nello sottobosco di certa dissidenza che il mainstream non esiterebbe a chiamare «complottista».

 

In particolare, il lettore Renovatio 21 riconoscerà che la «strana lettera dal Canada» pubblicata a fine 2020 – una sorta di confessione di un politico che metteva nero su bianco il fatto che una grande mutazione della società, con la vaccinazione forzata e l’eliminazione della proprietà privata, stava venendo già discussa con gli amministratori canadesi – parlava con insistenza di «COVID-21».

 

La misteriosa lettera scriveva che una delle fasi della trasformazione sociopolitica si basava su di una «proiezione della mutazione COVID-19 e / o coinfezione con virus secondario (indicata come COVID-21) che porta a una terza ondata con un tasso di mortalità molto più elevato e un più alto tasso di infezione». La lettera prevedeva il COVID-21 per lo scorso febbraio. Siamo molto più avanti con i mesi, ma come si suol dire, non è mai troppo tardi.

 

«Proiezione della mutazione COVID-19 e / o coinfezione con virus secondario (indicata come COVID-21) che porta a una terza ondata con un tasso di mortalità molto più elevato e un più alto tasso di infezione» Lettera dal Canada 2020

La lettera quindi dettagliava «nuovi casi giornalieri di ricoveri per COVID-21 e i decessi correlati a COVID-19 e COVID-21 supereranno la capacità delle strutture di assistenza medica».

 

Di qui, l’obbligo di vaccinazione con incorporato il green pass, qui chiamato «Healthpass»:

 

«L’individuo dovrebbe anche accettare di prendere parte al programma di vaccinazione COVID-19 e COVID-21, che fornirebbe all’individuo viaggi senza restrizioni e vita senza restrizioni anche in condizioni di massima sicurezza (attraverso l’uso di un documento d’identità con foto denominato HealthPass canadese )».

 

Il pass elettronico sarebbe servito ad un piano socioeconomico tanto sconvolgente quanto preciso:

 

«Il governo federale si offrirà di eliminare tutti i debiti delle persone (mutui, prestiti, carte di credito, ecc.) a cui verranno forniti tutti i finanziamenti in Canada dal FMI nell’ambito di quello che diventerà noto come il programma World Debt Reset».

 

«In cambio dell’accettazione di questo perdono totale del debito, l’individuo perderà per sempre la proprietà di qualsiasi proprietà e bene».

 

«L’individuo dovrebbe anche accettare di prendere parte al programma di vaccinazione COVID-19 e COVID-21, che fornirebbe all’individuo viaggi senza restrizioni e vita senza restrizioni anche in condizioni di massima sicurezza (attraverso l’uso di un documento d’identità con foto denominato HealthPass canadese )» Lettera dal Canada 2020

Ad ogni modo, la proposta ufficiale di rebranding del morbo da parte del primo ministro belgico arriva nel momento in cui il mondo è sotto shock a causa del ceppo con nome fantascientifico particolarmente azzeccato, l’Omicron.

 

Il ceppo Omicron, emerso dall’Africa, parrebbe contagiare soprattutto i vaccinati, e non essere poi così tremendo.

 

L’allarme internazionale sulla presunta mutazione, con chiusure di aeroporti e quant’altro, è stato messo in dubbio dal capo medico del Sud Africa, la dottoressa Angelique Coetzee, che ha descritto la situazione come una «tempesta in una tazza da tè». Secondo la Coetzee, il Sudafrica ha finora registrato solo «casi molto molto lievi» della variante (ricordiamo ai lettori anche le grida «al lupo, al lupo» per la variante mutante che avrebbe dovuto distruggere le Olimpiadi di Tokyo)

 

Ad ogni modo, la proposta ufficiale di rebranding del morbo da parte del primo ministro belgico arriva nel momento in cui il mondo è sotto shock a causa del ceppo con nome fantascientifico particolarmente azzeccato, l’Omicron

Tuttavia il panico è massimo, con i giornali italiani a fare titoli a nove colonne sull’«incubo Omicron».

 

Questa, per esempio, è la prima pagina de La Repubblica di ieri.

 

 

Che Omicron sia solo la fase di incubazione di COVID-21?

 

Peccato, il brand «Omicron» ci piaceva assai, incuteva un timore fantascientifico non da poco.

 

«COVID-21» denota invece un’insopportabile mancanza di creatività.

 

Del resto, abbiamo sempre più chiare le scheletriche fantasie dei padroni del mondo.

 

 

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