Cervello

Cellule produttrici di dopamina impiantate nel cervello: l’azzardo di una società Biotech privata

Pubblicato

il

Una società biotecnologica con sede in California, afferma di aver impiantato con successo neuroni prodotti in laboratorio nel cervello di alcuni pazienti affetti da Parkinson per stimolare una risposta alla dopamina.

 

Come riporta il MIT Technology Review, il primo esperimento sulle cellule staminali che aveva lo scopo di verificare se la procedura fosse sicura, pare abbia avuto successo.

 

Lo studio ha coinvolto 12 persone affette dal morbo di Parkinson – malattia progressiva debilitante caratterizzata da una carenza di dopamina – ed è stato condotto da BlueRock Therapeutics, una filiale del colosso farmaceutico Bayer.

 

I neuroni prodotti in laboratorio sono stati impiantati per un anno prima che fossero ottenuti i risultati e, come hanno detto i ricercatori ai partecipanti al Congresso internazionale sulla malattia di Parkinson e i disturbi del movimento tenutosi a Copenaghen alla fine di agosto, le cellule impiantate sembrano essere sopravvissute. Inoltre ci sono indicazioni che tutto ciò potrebbero anche ridurre i sintomi dei pazienti.

 

L’articolo rileva che le scansioni cerebrali dei soggetti mostrano sia un aumento delle cellule della dopamina, che una diminuzione dei momenti in cui i pazienti si sentivano «spenti» o incapacitati dai loro sintomi.

 

Come scrive Reuters, i responsabili dello studio hanno dichiarato alla conferenza di Copenaghen che il «tempo libero» era inferiore per quei pazienti a cui erano state somministrate dosi più elevate di neuroni sperimentali a base di cellule staminali.

 

Il successo più significativo di questo studio è la sua apparente sicurezza, ma la neurologa Claire Henchcliffe dell’Università della California, Irvine, che ha condotto la ricerca, ha dichiarato a Technology Review che il risultato ideale finale è molto più elevato.

 

«L’obiettivo è che [le cellule cresciute in laboratorio] formino sinapsi e parlino con altre cellule come se provenissero dalla stessa persona», ha dichiarato. «La cosa più interessante è che puoi consegnare queste cellule e loro possono iniziare a parlare con l’ospite».

Sostieni Renovatio 21

Ma secondo Roger Barker, un esperto di Parkinson dell’Università di Cambridge non coinvolto nello studio, i risultati attuali sono «un po’ deludenti».

 

Dato che i ricercatori non possono vedere le cellule all’interno del cervello dei pazienti una volta impiantate, hanno iniettato loro un precursore radioattivo della dopamina che può essere visualizzato su una scansione PET durante il suo assorbimento. Tali scansioni hanno mostrato alcuni aumenti di dopamina, ma come ha osservato Barker, è «ancora un po’ troppo presto per sapere» se le cellule trapiantate abbiano effettivamente iniziato a riparare il cervello dei pazienti.

 

Tuttavia «è incoraggiante che la sperimentazione non abbia portato a problemi di sicurezza e che potrebbero esserci dei benefici», ha detto il ricercatore di Cambridge a Tech Review.

 

Sebbene esistano farmaci per aiutare a controllare i sintomi del Parkinson, ad oggi non esiste una cura per il disturbo progressivo che porta a crescenti difficoltà motorie causando tremori e rigidità degli arti. La terapia cellulare, come quella che BlueRock sta sviluppando con cellule coltivate in laboratorio, potrebbe alterare radicalmente l’involuzione della malattia sostituendo i neuroni danneggiati invece di limitarsi a trattarne i sintomi.

 

«Il potenziale della medicina rigenerativa non è solo ritardare la malattia, ma ricostruire la funzionalità cerebrale», ha affermato Seth Ettenberg, presidente e CEO di BlueRock. «Arriverà un giorno in cui speriamo che le persone non si considerino malati di Parkinson». BlueRock ora andrà avanti con gli studi di Fase 2

 

La realtà è che la modificazione del cervello umano, con impianti intracranici, è sempre più disinibita.

 

È notizia della scorsa settimana il fatto che la società di interfaccia uomo-macchina di Elon Musk, Neuralink, abbia iniziato il reclutamento delle cavie per gli esperimenti umani della sua tecnologia.

 

Neuralink, che aveva iniziato con impianti di microchip cerebrali sui suini, non è la prima azienda ad avviare sperimentazioni umane con un’interfaccia cervello-computer. Nel 2022, la società tecnologica con sede a New York Synchron, finanziata dai miliardari Bill Gates e Jeff Bezos, ha già impiantato il suo primo dispositivo per la lettura della mente in un paziente statunitense in una sperimentazione clinica.

 

Vi sono altri casi simili di impianti cerebrali che tentano di aiutare pazienti in condizioni estremamente critiche come quello portato avanti dagli scienziati della Stanford University, che consente ad un uomo con le mani paralizzate di poter «digitare» fino a 90 caratteri al minuto, semplicemente pensando alle parole.

 

Anche un colosso digitale come Facebook era interessato alla tecnologia del pensiero degli individui.

 

Chip cerebrali sono stati utilizzati per comandare piante carnivore. Pochi mesi fa è emerso che gli scienziati sono riusciti a far giocare sempre a Pong anche delle cellule cerebrali in vitro

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

Più popolari

Exit mobile version