Satira

Carnevale e vaccino a Venezia: geniale mascherata di alcuni ragazzi

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Un gruppo di ragazzi ha inscenato una mascherata per il Carnevale di Venezia interamente dedicata alla politica vaccinale italiana.

 

Una processione di almeno una trentina di persone si è aggirata per calli e campi di Venezia agghindata come un corteo medievale, con un sottofondo di cornamusa e tamburo davvero notevole.

 

«Principe di Roma, duca di città della Pieve, veneto patrizio… largo al nostro re Mario Draghi!» Una portantina, dove era intronato un pupazzo del presidente del consiglio con parrucca secentesca, veniva sorretta dalle maschere di Berlusconi, Salvini, Letta, Conte.

 

 

Vi era un’ulteriore carro recante quella che chiamavano «sacra reliquia», ossia una siringa con il vaccino.  Il carro «sacro vaccino» era sorretto da alcuni frati tra i quali si potevano scorgere le maschere dei virologi televisivi Burioni, Bassetti, Pregliasco, Galli. Ad una certa distanza, vi era anche una maschera del Ricciardi e perfino del Sileri. Centrale anche il ruolo benedicente del vescovo Speranza.

 

 

«Credo in unum serum» scandivano a mo’ di litania i ragazzi della processione. «Credo in un solo siero». Ma anche: «Tachipirina ora pro nobis». Notevole la litania della terza dose.

 

 

Il ministro Brunetta, reso piuttosto bene, era dotato invece di una mazza ferrata, dietro ad una ridda di no vax incatenati che al collo recavano cartelli con su scritto «minaccio la salute pubblica», «parassita della società», «sono un assassino». «mani in alto o tossisco».

 

Ad ogni campo, si ripeteva la scena: i «criminali no vax» fuggivan per essere inseguiti ed acciuffati dagli alabardieri, i quali quindi facean ripartir il roteo, per poi, in alcuni ambiti, dare ordini allo stesso: «ondulate a destra! Ondulate a sinistra!»

 

 

 

 

 

«Signora lei ha fatto la quinta dose?» hanno scherzato varie volte i membri del corteo con delle malcapitate passanti. Le quali, a quanto si racconta, rispondevano con sincerità e serietà: «certo! Certo!»

 

 

Notevole anche la presenza del filosofo pentito, molto simile a quello che fu plurisindaco del capoluogo lagunare, messo ai ceppi e obbligato a urlare ai passanti «bevete la cicuta!» – quest’ultima è una scena, dobbiamo dire, di crudo realismo.

 

 

 

 

Si tratta, senza dubbio, della più divertente e fantasiosa protesta antivaccinista messa in piedi dal popolo dai tempi delle rivolte contro Jenner e Sacco.

 

 

 

 

 

 

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