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Canada, tassa per i non vaccinati: ecco la dhimmitudine vaccinale

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Il premier del Quebec François Legault ha  annunciato pubblicamente  in una conferenza stampa che la provincia canadese imporrà una tassa sul «contributo sanitario» a tutti i cittadini del Quebec che hanno rifiutato la vaccinazione «motivi non medici». Lo riporta il sito pro-life canadese Lifesitenews.

 

«Stiamo cercando un contributo sanitario per gli adulti che rifiutano di essere vaccinati per motivi non medici», ha detto Legault in conferenza stampa.

 

«So che la situazione è difficile, ma possiamo farcela insieme. Dobbiamo concentrare gli sforzi su due cose: fare la prima, la seconda e la terza dose di vaccino e ridurre i nostri contatti, soprattutto con le persone anziane».

«Stiamo cercando un contributo sanitario per gli adulti che rifiutano di essere vaccinati per motivi non medici»

 

Pur non menzionando quando la tassa discriminatoria entrerà in vigore, o quanto costerà ai non vaccinati canadesi, il Legault ha affermato che il prezzo sarà cospicuo al punto da fungere da «incentivo per farsi vaccinare – più di 50 o 100 dollari canadesi» e sarà probabilmente imposto entro «nelle prossime settimane», secondo un articolo della Canadian Broadcasting Corporation.

 

Immediatamente dopo l’annuncio, molti si sono rivolti a Twitter per criticare il premier per le sue azioni dittatoriali, mentre esortavano i Quebec a opporsi alla crescente ondata di autoritarismo che sta investendo la loro provincia.

 

«Legault annuncia la sua tassa sui non vaccinati. La tirannia medica in Canada sta davvero aumentando il suo ritmo», ha scritto Dakota Christensen di Rebel News.

 

«Il Premier del Quebec Francois Legault ora multerà le persone per non essere vaccinate. Ha perso ogni legittimazione a governare e il suo mandato deve essere revocato. Quelli che lo accompagnano non sono funzionari governativi e dipendenti pubblici, sono collaboratori», ha aggiunto Chris Tomlinson del sito Breitbart.
Come riportato da Renovatio 21, in Quebec è stato proposta una legge per impedire ai non vaccinati di comperare alcolici nelle filiali della Société des Alcools du Québec (SAQ).

 

Non più di una settimana fa, il premier canadese Justin Trudeau in una trasmissione in Quebec aveva definito i non vaccinati come «misogini» e «razzisti» che «non credono nel progresso».

 

«Questo ci porta, come leader e come Paese, a fare una scelta: tolleriamo queste persone?» si era chiesto il tollerante, pro-LGBT, pro-minoranze, goscista Trudeau.

 

Il quale passava quindi ad elogiare la maggioranza vaccinata: «oltre l’80% della popolazione del Quebec ha fatto il proprio dovere facendo l’iniezione. Ovviamente non sono loro il problema in questa situazione».

 

È possibile sentire l’eco delle parole di Trudeau sui vaccinati come «problemi» anche nel caso della recente conferenza stampa del Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi:

 

«Gran parte dei problemi dipendono dal fatto che ci sono dei non vaccinati» ha detto Draghi.

 

Ad ogni latitudine, vi è nel potere pandemico una medesima sensibilità verso chi rifiuta la siringa mRNA.

 

Ora, con la tassa ai non vaccianti, in Quebec, si avanza nella direzione del dhimmi vaccinale. I dhimmi sono sudditi non-musulmani di un Paese governato dalla shari’a.

 

Come noto, i dhimmi sono tenuti a versare una tassa maggiorata in favore del potere islamico. Secondo alcuni studiosi, la tassazione addizionale dovuta alla dhimmitudine fu un fattore fondamentale per spingere molti alla conversione all’Islam.

 

Non vi è molta differenza: le conversioni – cioè, qui, le vaccinazioni – le hanno ottenute con la minaccia economica, attaccando subito la possibilità di lavorare (cioè, il sostentamento alimentare per sé e per la propria famiglia), e non sorprende quindi che ora si muovano verso la tassazione.

 

La proposta di una super-tassazione nei confronti dei non vaccinati, magari con una multa calcolata in base al costo di un giorno in terapia intensiva (1500 euro, dicono), è stata proposta a più riprese da virologi e medici opinionisti su giornali e TV italiani.

 

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