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Bill Gates è un po’ disgustato dalla Civiltà

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Nel 2015, l’ONU ha stilato un elenco di 17 obiettivi di sostenibilità: porre fine alla povertà, combattere la disuguaglianza e fermare il cambiamento climatico entro il 2030.

 

Su quell’annuncio delle Nazioni Unite, Gates e l’ex moglie Melinda hanno deciso di concentrare gli sforzi della loro ricchissima Fondazione, la Bill e Melinda Gates Foundation, facendo investimenti di miliardi basandosi su parametri di sostenibilità.

 

Tuttavia, arrivati a metà nella strada verso il traguardo del 2030, a quanto pare non siamo neanche lontanamente vicini a dove vorrebbero essere.

 

«Siamo in un posto peggiore di quanto mi aspettassi», ha detto Gates al New York Times. «Gli effetti della pandemia e ora gli effetti della guerra in Ucraina sono molto drammatici e ci sono enormi battute d’arresto su tutte queste misure. E queste misure sono estremamente importanti – anche se abbiamo mancato l’obiettivo, stiamo ancora parlando di milioni di persone e di vite».

 

Nella sua conversazione con il giornale nuovayorkese, il filantropo multi miliardario ha toccato una serie di argomenti importanti, ma ciò che lo fa davvero arrabbiare è il ruolo che la distrazione sembra giocare nell’incapacità di raggiungerli.

 

«La cosa più spaventosa non è che siamo indietro. Dobbiamo solo accettarlo. È la continua distrazione della guerra in Ucraina dall’aiutare i Paesi poveri e fare progressi sia sull’adattamento al clima che sulla mitigazione», ha aggiunto l’uomo Microsoft. «Questa è una cosa enorme, che si tratti di costi della difesa, costi dell’elettricità, costi dei rifugiati, costi dei fertilizzanti».

 

«Con la guerra in cima alla pandemia, e ora con i tassi di interesse in aumento, con alti livelli di debito ovunque, anche in Africa i prossimi cinque anni saranno impegnativi solo per mantenere l’attenzione del mondo».

 

L’oligarca di Seattle  inoltre afferma che c’è una probabilità del 50% che la prossima pandemia sia causata dai cambiamenti climatici causati dall’uomo o venga deliberatamente rilasciata da un gruppo bioterrorista.

 

Affermando che la prossima grande pandemia potrebbe verificarsi entro 20 anni, il Gates ha affermato che «potrebbe essere un virus creato dall’uomo, da un bioterrorista che lo ha progettato e fatto circolare intenzionalmente. Questo è uno scenario molto spaventoso perché potrebbero provare a diffonderlo in luoghi diversi contemporaneamente».

 

«Oppure – continua il primo finanziatore dell’OMS –  potrebbe essere qualcosa che fa il salto dal mondo naturale. La popolazione umana sta crescendo e stiamo invadendo sempre più ecosistemi. Ecco perché ho calcolato che c’è una probabilità del 50% che avremo una pandemia di origine naturale nei prossimi 20 anni, come conseguenza del cambiamento climatico», ha aggiunto.

 

In realtà, l’oramai ex programmatore informatico, la primavera scorsa aveva predetto che ci sarebbe stata una variante del virus COVID ancora più letale e virulente di quella apparsa del 2019.

 

L’umanità ha molto lavoro da fare se vuole salvare il pianeta e se stessa, non dai cambiamenti climatici, bensì da personaggi che hanno in agenda piani e progetti per la depopolazione del mondo.

 

Come riportato ripetutamente da Renovatio 21, Bill Gates ora, dopo informatica e farmaceutica e una puntata sulla geoingegneria, sembra volersi concentrare sul tema dell’alimentazione, divenendo il primo proprietario terriero degli USA e spingendo suoi piani agricoli in Africa tramite enti transnazionali, senza più avere pudore di dire che sta preparando alimenti OGM bioingegnerizzati con la tecnica CRISPR.

 

Si tratta, come abbiamo detto, di un vero e proprio «Grande Reset alimentare».

 

Il controllo biochimico e bioelettronico dell’umanità, via farmaco, chip e cibo, è per Bill a portata di mano.

 

E quindi, se il padrone del mondo non è felice, c’è da stare tranquilli?

 

Renovatio 21 dice di no, soprattutto dopo aver visto il suo videoclip a base di vocette di bambine e pannocchie OGM.

 

 

 

 

Immagine del ministro degli Affari Esteri olandese via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0); immagine modificata

 

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