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Biden manda altre armi in Ucraina

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Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin ha rivelato durante le osservazioni di apertura della quarta riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina, che il prossimo pacchetto di armi dell’amministrazione Biden per l’Ucraina includerà altri quattro lanciarazzi HIMARS insieme a munizioni e altro supporto. Lo riporta EIRN.

 

Ciò porterà il numero totale di HIMARS forniti dagli Stati Uniti a 16.

 

«Gli ucraini hanno fatto un uso eccellente di HIMARS e puoi vedere l’impatto sul campo di battaglia», ha affermato Austin in seguito durante una conferenza stampa congiunta con il presidente del Joint Chiefs of Staff, il generale Mark Milley.

 

«Un tema chiave della discussione è stato garantire che l’Ucraina possa sostenere la lotta per difendere se stessa e i suoi cittadini. Quindi siamo ancora più concentrati sulle esigenze a breve termine dell’Ucraina, poiché stiamo (…) anche guardando avanti per fornire all’Ucraina le capacità di cui avrà bisogno per la deterrenza e l’autodifesa a lungo termine».

 

Il generale Milley ha riferito che la fornitura al regime di Kiev di aerei da combattimento e l’addestramento per i piloti ucraini è ora in discussione.

 

«Esaminiamo tutti i tipi di opzioni da presentare al Segretario e al Presidente», ha detto in risposta alla domanda di un giornalista.

 

«E non ci sono state decisioni in merito, ma esaminiamo un’ampia varietà di opzioni, per includere la formazione dei piloti».

 

Separatamente, il capo di Stato maggiore dell’aeronautica americana, il generale Charles Q. Brown, Jr. ha confermato che tali discussioni sono in corso all’interno dell’esercito statunitense e dei suoi alleati. Brown, ignaro dei risultati dei 20 anni di sforzi USA/NATO per costruire un’aviazione afgana, ha detto a Reuters il 20 luglio:

 

«Bisogna costruire un piano a lungo termine su come costruire la loro forza aerea e l’aviazione di cui avranno bisogno per il futuro».

 

I potenziali donatori militari alla riunione del gruppo di contatto per la difesa sono stati intrattenuti con storie dei grandi successi dell’esercito ucraino.

 

Il ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov, ha riferito in seguito che ai partecipanti «è stata presentata una panoramica dei risultati sul campo di battaglia, vale a dire le perdite degli invasori russi in termini di personale, equipaggiamento e capacità militari nel loro insieme. Sono numeri impressionanti, che dimostrano che l’Ucraina è davvero lo scudo dell’Europa».

 

I 12 lanciatori HIMARS che le forze ucraine hanno già in loro possesso «stanno già influenzando il corso della guerra», ha proclamato.

 

Il generale Milley è arrivato al punto di descrivere la perdita di Severodonetsk da parte delle forze ucraine come una vittoria, perché hanno effettuato un «ritiro controllato, deliberato e pianificato (…) hanno condotto un passaggio all’indietro di linee e condotto un attraversamento del fiume sul retro, e hanno stabilito su una nuova linea generalmente a Ovest».

 

Milley non ha menzionato che i rapporti dal fronte indicano che quella nuova linea, 30 km a ovest di Severodonetsk, si sta già disintegrando.

 

Il lettore di Renovatio 21 conosce il personaggio del generale Milley: apprezzatore delle nuove teorie razziste della società americana stile Black Lives Matter (dice di star studiando il concetto di White Rage, la rabbia dei bianchi per la perdita dell’egemonia nel Paese), fiancheggiatore dei caporioni democratici, ha sfiorato il colpo di Stato a gennaio 2020, visto che è stato rivelato che si sarebbe rifiutato di ubbidire a eventuali ordini di guerra del presidente in carica Trump e avrebbe, al contempo, telefonato al suo omologo cinese.

 

Si tratta dell’uomo che ha organizzato la ritirata catastrofica degli USA da Kabul. Trump racconta di averlo sentito dire che era giusto lasciare lì tutte quelle armi, pronte per l’Emirato talebano, perché portarle via sarebbe costato più danaro. «È allora che capii che era stupido» ha detto Trump.

 

Milley ritiene inoltra che la minaccia cinese su Taiwan sia gonfiata, in quanto secondo lui la Repubblica Popolare non avrebbe la capacità oggi di invadere l’isola.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Milley tre mesi fa aveva dichiarato che il conflitto ucraino sarebbe durato anni.

 

 

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