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«Biden deve prestare attenzione alle lezioni di John Kennedy sulla riduzione del pericolo nucleare»

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Lo specialista statunitense del controllo degli armamenti nucleari Matthew Bunn ha pubblicato il 10 giugno sul National Interest un articolo in cui dichiara che l’attuale presidente USA Joe Biden deve prendere lezione da quanto fece il presidente Kennedy durante la crisi dei missili cubani.

 

«Gli americani dovrebbero ricordare il discorso “Una strategia di pace” del presidente John F. Kennedy e gli sforzi diplomatici positivi che ha scatenato», ha insistito Bunn, ricordando che siamo al 60° anniversario del momento in cui fu pronunziato.

 

Il contrasto delle parole di JFK con l’odierna politica della «sconfitta strategica della Russia» è lampante: «sessant’anni fa, all’indomani della crisi dei missili cubani, il presidente John F. Kennedy tenne probabilmente il più grande discorso sulle armi nucleari mai pronunciato da un presidente americano. Parlando solo pochi mesi dopo la crisi, Kennedy avrebbe potuto scagliarsi contro il comportamento sconsiderato dell’Unione Sovietica nel piazzare missili a Cuba. Oppure avrebbe potuto assumere un tono trionfante (…) Invece (…) Kennedy sostenne che gli orrori di un potenziale olocausto nucleare rendevano urgente trovare una via verso la pace e che per farlo era necessario che entrambe le parti della Guerra Fredda cambiassero».

 

Il Bunn, un ex consigliere dell’Office of Science and Technology Policy sul disarmo della Casa Bianca di Bill Clinton, ora residente alla Harvard Kennedy esorta il presidente Biden a emulare John Kennedy e intraprendere «nuove azioni per abbassare la temperatura» con tutti e tre i Paesi, poiché, come scrive, maggiore è l’ostilità tra gli stati dotati di armi nucleari, più è probabile che una crisi verificarsi che porterebbe all’uso di armi nucleari.

 

L’esperto ha ricordato come l’annuncio di Kennedy di un congelamento unilaterale dei test sulle armi nucleari statunitensi, fino a quando non fosse stato raggiunto un trattato che vietasse tali test, ha avviato il processo di pace post-crisi dei missili cubani. Ciò ha portato al Partial Test Ban Treaty o PTBT (il Trattato sul divieto limitato di test), con riduzioni unilaterali sia da parte della Russia che degli Stati Uniti della produzione di materiale fissile per armi nucleari e della spesa militare e modesti ritiri di truppe dalle linee del fronte nell’Europa centrale.

 

Tra le varie misure che propone che Biden potrebbe adottare oggi, per avviare un processo simile, Bunn propone varie misure unilaterali che Biden potrebbe adottare, come l’annuncio che una parte dei missili nucleari statunitensi è stata tolta dall’allerta, o forse impegnando gli Stati Uniti a non dispiegare mai i loro missili dove potrebbero raggiungere Mosca o Pechino in pochi minuti. Ciò ovviamente richiederebbe un voltafaccia nell’attuale politica statunitense, che invece mira a unire l’Ucraina alla NATO rendendo Mosca un obbiettivo a tiro di schioppo.

 

Lo spirito di Camelot, ossia dell’America dei Kennedy, è lontano anni luce del presente.

Fu quello spirito a risparmiare al mondo la guerra atomica – unitamente al fatto che JFK e Krushev erano entrambi uomini veri, non personaggi equivoci, zeloti e dementi come quelli che si vedono oggi alla Casa Bianca.

 

Come ha scritto mesi fa Renovatio 21 nell’articolo «Overton nucleare, Overton ipersonica», «un tempo c’erano uomini veri che lavoravano fino all’ultimo minuto per scongiurare la distruzione. C’erano i Kruscev e i Kennedy».

 

«Essi credevano nel valore dell’umanità, nella necessità di preservarla, nell’imperativo della sua riproduzione; forse credevano perfino, da qualche parte dentro il loro cuore, in Dio».

 

«Possiamo dire lo stesso ora? Credono ancora, tra aborti, provette e sodomia, nella riproduzione umana? Credono ancora nella custodia dell’umanità, virus eco-cancerogeno per il pianeta? Credono ancora, da qualche parte nel loro essere, in Dio?»

 

«Guardate Biden e i suoi sgherri. Rispondetevi da soli. Ecco il vero precipizio a cui siamo dinanzi: la rapida Finestra di Overton atomica e ipersonica può spalancare alla Cultura della Morte l’intero XXI secolo».

 

La formula di quella pace è quindi ora irripetibile. Come ha avuto a dire ambasciatore russo negli USA Anatolij Antonov: «il canale che ha fermato la guerra nucleare 60 anni fa è morto».

 

 

 

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