Droga

Berna vota per la cocaina legale

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Il consiglio comunale della capitale svizzera Berna ha votato giovedì per iniziare la vendita sperimentale della cocaina. La droga non sarà legalizzata immediatamente, tuttavia, senza il permesso del governo federale elvetico.

 

La mozione, presentata dal partito della Sinistra Alternativa, è stata approvata con 43 voti contro 18, secondo quanto riportato venerdì dal quotidiano svizzero SRF.

 

La mozione è stata osteggiata da consiglieri di centrodestra e da figure religiose, ma sostenuta da esponenti di sinistra e da alcuni esponenti del Partito Socialdemocratico di centrosinistra.

 

Berna ha votato l’anno scorso per testare la vendita controllata di cannabis e il mese scorso ha ottenuto l’autorizzazione dal governo federale. Le vendite di cannabis dovrebbero iniziare a Berna questo autunno e sono già iniziate a Basilea, Zurigo e Losanna.

 

Notando che il governo federale ha accettato di consentire la vendita di cannabis solo dopo una significativa pressione da parte di più città, la direttrice sociale di Berna Franziska Teuscher ha affermato che la sua città non spingerà il governo ad agire sulla cocaina e che il voto di giovedì ha invece inviato un segnale che la città sarebbe stata aperta all’idea in futuro.

 

Una mozione simile è stata respinta dal consiglio nel 2019, con la maggioranza socialdemocratica che sosteneva di voler acquisire esperienza con la vendita legale di cannabis prima di passare alle droghe pesanti.

 

La Svizzera è una destinazione importante per il mercato della polvere bianca. L’organizzazione Addiction Switzerland stima che cinque tonnellate di polvere entrino nel Paese ogni anno.

 

Secondo i dati dell’UE, quattro città svizzere – Zurigo, Basilea, Ginevra – figurano tra le prime dieci città europee per consumo di cocaina. Il consumo in tutta Europa è aumentato nell’ultimo decennio, con i residenti di Berna che consumano più del doppio della sostanza lo scorso anno rispetto al 2012.

 

Nel 2022, a Romont, nel canton Friburgo, presso uno stabilimento di produzione di caffè solubile, furono trovati 500 chili di cocaina nascosti tra i chicchi probabilmente arrivati dal Sudamerica.

 

Come riportato da Renovatio 21, quasi una tonnellata di cocaina era stata ritrovata tre mesi fa su una spiaggia francese.

 

Per anni si è ritenuto il principale importatore della polvere bianca in Europa fosse la ‘Ndrangheta, che avrebbe agito in una sorta di para-monopolio garantito dalla creazione di legami stretti con i cartelli sudamericani. Per alcuni, tale progetto sarebbe partito con una sorta di scaltro reinvestimento del danaro del sequestro Paul Getty, che si dice sia stato mediato dal padre dell’attuale governatore della California, che all’epoca era una sorta braccio destro di Getty senior.

 

Uno strano servizio di Report andato in onda nel 2021 mostrava in contesto calabrese movimenti internazionali di denaro per mezzo trilione di euro e più.

 

Altre piccole mafie europee, tuttavia, possono trafficare proficuamente la sostanza in Europa: organizzazioni nigeriane, galiziane (della costa atlantica spagnola) e inglesi avrebbero in gestione alcuni canali di logistica e distribuzione.

 

Il Paese che sembra più colpito dalle nuove narcomafie sembra tuttavia essere l’Olanda, dove agisce una mafia marocchina spietatissima – la cosiddetta «Mokro mafia» – che, secondo una definizione data dal presidente del sindacato di Polizia neerlandese, avrebbe trasformato il Paese in un «narco-Stato 2.0».

 

Come riportato da Renovatio 21, a fine 2022 sulla prestigiosa rivista della City di Londra The Economist è uscito un articolo che chiedeva all’amministrazione Biden di legalizzare la cocaina.

 

 

 

 

 

 

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