Spirito
Bergoglio promuove l’inquisitore della scomunica a Viganò
Bergoglio ha appena promosso il religioso che ha firmato la lettera di scomunica a monsignor Carlo Maria Viganò.
Lo apprendiamo dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede pubblicato sul sito ufficiale vaticano lo scorso 29 luglio.
«Il Santo Padre ha nominato Vescovo titolare di Ossero il Reverendissimo Monsignore John Joseph Kennedy, Segretario per la Sezione Disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede, conferendogli il titolo personale di Arcivescovo».
La promozione avviene a poche settimane dalla scomunica per accusa di scisma inflitta a monsignor Viganò, arrivata al già nunzio apostolico in USA per mezzo di una lettera firmata da monsignor John J. Kennedy.
Il decreto di scomunica firmato del prelato irlandese scriveva che la decisione di iniziare il processo era stata presa dopo aver giudicato l’indagine previa come «superflua» ai sensi del primo comma del canone 1717 («Ogniqualvolta l’Ordinario abbia notizia, almeno probabile, di un delitto, indaghi con prudenza, personalmente o tramite persona idonea, sui fatti, le circostanze e sull’imputabilità, a meno che questa investigazione non sembri assolutamente superflua»).
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La scomunica era stata resa nota da un comunicato del Dicastero per la Dottrina della Fede apparso sul sito ufficiale del Vaticano.
«In data 4 luglio 2024, il Congresso del Dicastero per la Dottrina della Fede si è riunito per concludere il Processo penale extragiudiziale ex can. 1720 CIC a carico di S.E.R. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo titolare di Ulpiana, accusato del delitto riservato di scisma (cann. 751 e 1364 CIC; art. 2 SST)» scrive la nota vaticana.
Il Dicastero per la Dottrina della Fede (Dicasterium pro doctrina fidei), dove monsignor Kennedy ricopre il ruolo di segretario della Sezione disciplinare dal 23 aprile 2022, ha cambiato nome negli ultimi anni: in precedenza era chiamata Sant’Uffizio o Congregazione per la dottrina della fede (CDF). Tuttavia sino al 1908 era chiamata con il suo appellativo più noto, che è Santa Inquisizione. Il motivo per cui nessuno, neanche per ischerzo, chiami chi vi lavora con l’antico nome – inquisitori – ci sfugge.
Monsignor Kennedy, dublinese classe 1968, è entrato nella struttura di polizia teologica del papato nel 2017 su nomina del Bergoglio, dove si è occupato delle denunce di denunce sessuali da parte del clero, che nel 2019 sono arrivate all’esorbitante cifra di ben 1.000.
Nel frattempo, sulla stampa cattolica in Nord America avanzano riflessioni sulla validità della scomunica inflitta a Viganò, un evento oggi rarissimo che ha chiaro valore dimostrativo.
È tale lo stato attuale della Chiesa: arcivescovi scomunicati e arcivescovi che fanno carriera, due facce opposte di un medesimo processo, che mostra una chiesa davvero schizofrenicamente scissa, che rischia l’annientamento se non sarà in grado di tornare unita, e cioè ritrovare la Fede – la Fede vera ed eterna che monsignor Viganò ancora difende con un coraggio unico tra i prelati di questo secolo.
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Immagine di Jebulon via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal Public Domain Dedication