Spirito
«Bergoglio novello Caligola, nuovo Eliogabalo»: riflessione di mons. Viganò
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha espresso su X una sua riflessione sull’attuale situazione del papato bergogliano.
«Motus in fine velocior: il movimento aumenta di velocità con l’approssimarsi del suo traguardo. Questo vale non solo nella fisica, ma anche nelle vicende umane. Quanto più l’inesorabile fine di una società ormai giunta al decadimento morale si avvicina, tanto più essa si contorce nelle proprie perversion».
Alle nomine pontificie accusate da Viganò di eresia ed omosessualismo, l’arcivescovo aggiunge «il rito Maya con i laici a danzare sull’altare e le donne turiferanti: nulla di tutto questo è casuale. Al posto della volontà di Dio, la volontà dell’uomo».
Come riportato da Renovatio 21, la cosiddetta messa Maya, con elementi pagani sconcertanti, è stata appena approvata dal Vaticano.
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Il problema, sembra suggerire monsignore, risiede nel profondo della catastrofe teologica e metafisica che ha investito Roma nell’ora presente, con il centro della cristianità ridotto a rovina e decadenza.
«Al posto del culto della Maestà divina, il culto dell’uomo; al posto del sacerdozio cristocentrico, la liturgia antropocentrica; al posto dei Comandamenti di Dio, l’antidecalogo dell’uomo; al posto della purezza e della santità, la fornicazione e il vizio. Tutto è corrotto, tutto pervertito, tutto profanato: perché al posto dell’amore di Dio fino al rinnegamento di sé, regna l’amore di sé fino al rinnegamento di Dio» scrive Viganò.
«Bergoglio — novello Caligola, nuovo Eliogabalo — vedrà sprofondare nell’ignominia la sua setta apostata e traditrice, e saranno i nemici di Cristo, ancora una volta, a compiere le Sue vendette».
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