Pedofilia

Bergoglio, il cardinale Marx e la chiesa della pedofilia

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La storia apparente la conoscete. Il cardinale tedesco Reinhard Marx ha scritto al papa una lettera di dimissioni dall’arcidiocesi di Monaco e Frisinga.

 

Marx, modernista in nessun modo concepibile come parte di una possibile fronte al papato dell’argentino, regna sulla Conferenza Episcopale Tedesca, forse la più ricca del mondo grazie alla kirchensteuer, la tassa imposta sul culto raccolta dalla Chiesa stessa che un sacerdote tradizionalista che opera in Baviera mi disse essere, in pratica, una simonia vera e propria. Come abbiamo riportato altre volte, i molti danari dei cattolici tedeschi sono stati impiegati per finanziare l’immigrazione clandestina o editori con un catalogo da 2.500 libri erotici.

 

Nella sua lettera il cardinale afferma che la chiesa è arrivata ad un «toten punkt»: un punto morto. I vescovi tedeschi, come noto, vogliono cambiare tutto: domandano le diaconesse e anche le donne prete, vogliono benedire liberamente le coppie omosessuali (già lo fanno, in realtà), pretendono di ridefinire il celibato dei preti, di fare la comunioni con i luterani (ma anche con chiunque altro di passaggio), di ufficializzare quel «percorso sinodale» che farebbe della Chiesa un ente «più democratico», magari con l’elezioni di sacerdoti e prelati messa ai voti dei fedeli contribuenti. Insomma – sbadiglio – le solite cose.

«Si tratta di assumermi la corresponsabilità della catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentati della Chiesa negli ultimi decenni» cardinale Marx

 

Stavolta, però, ci mettono un carico maggiore: sembrano decisi, tanto più che ora i giornali parlano di «scisma», per la disperazione dei conservatori, che si strappano i capelli dalla disperazione.

Gli urletti scandalizzati potete pure leggerli altrove, perché su Renovatio 21 non vogliamo mai raccontarvi le storie così come vi sono servite in apparenza. C’è una tendenza ben peggiore che vediamo chiarirsi nel caos della situazione, e che vale la pena, per quanto sia abissale il suo pensiero, di ripetere ancora una volta.

 

Il cardinale tedesco, nella sua lettera sul «punto morto» (che, dettaglio grottesco se non inquietante, è stato sollecitato da Bergoglio stesso a rendere la lettera pubblica), scrive che le motivazioni delle sue dimissioni riguardano gli abusi del clero: «si tratta di assumermi la corresponsabilità della catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentati della Chiesa negli ultimi decenni».

 

Insomma, gira che ti rigira, ecco che risalta fuori il tema pedofilia clericale, che è sempre buono per attaccare Roma da ogni direzione da cui si provenga.

 

La chiesa anticipa: basta andare indietro con la memoria neanche troppo. Prima del Sessantotto, ci fu il Concilio Vaticano II. Così come ora, l’ondata di liberazione di Sodoma negli Stati di tutto il mondo pare essere stata aiutata dai cedimenti, se non dalle spinte, degli ecclesiastici

Il cardinale Marx, tuttavia, ci espone qui ad un paradosso gargantuesco. L’istituzione che egli critica come non abbastanza moderna, in quanto non apre alla sodomia e al sesso libero per i preti, in realtà sta facendo passi giganti al punto che forse nemmeno i modernisti riescono a vederne la gittata.

 

Chi crede che esista un «ritardo cattolico», per cui la chiesa modernista recepisce con anni di ritardo (o due secoli, come amava dire il cardinale Martini) ciò che avviene nel mondo moderno, è in tragico errore. 

 

La chiesa anticipa: basta andare indietro con la memoria neanche troppo. Prima del Sessantotto, ci fu il Concilio Vaticano II. Così come ora, l’ondata di liberazione di Sodoma negli Stati di tutto il mondo pare essere stata aiutata dai cedimenti, se non dalle spinte, degli ecclesiastici. 

 

Ragion per cui sbaglia grossolanamente  chi pensa che l’omosessualità ecclesiastica sia l’ultima fermata della mutazione in atto. Poco più là c’è, per molti aspetti pienamente visibile, lo sdoganamento della pedofilia.

 

Lo avevamo visto con Don Milani, pochissimi anni fa. Qualcuno ricorderà il caso. Poco prima del pellegrinaggio del Papa a Barbiana nel 2017 , sulla tomba del celebrato prete-Maestro sessantottoardo, esce uno strano libro di uno scrittore omosessuale, Walter Siti, su un prete dalle inclinazioni pedofile. Il romanzo, intitolato Bruciare tutto, narra di un sacerdote che tenta di lottare contro la pulsione maledetta, ma quando vede un bambino il sesso lo ossessione. Ma il tratto veramente scioccante per il grande pubblico è la dedica del libro: a Don Milani.

 

Sbaglia grossolanamente  chi pensa che l’omosessualità ecclesiastica sia l’ultima fermata della mutazione in atto. Poco più là c’è, per molti aspetti pienamente visibile, lo sdoganamento della pedofilia

Scoppia la polemica. Molti gettano acqua sul fuoco. Fioccano accuse e critiche al romanzo. Siti non si capisce se rivendichi tutto o faccia retromarcia. Alcuni intellettuali fiorentini arrivano a dire che i vizietti di Don Milani non sono una grande scoperta («non celata omosessualità», scrive su Repubblica Silvia Ronchey), ma lo difendono. Riaffiorano in superficie lettere in cui è la pedofilia assume quasi un valore pedagogico: «E chi potrà amare i ragazzi fino all’osso senza finire di metterglielo anche in culo, se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l’Inferno?»

 

Poco dopo la polemica, parte la manifestazione letteraria milanese «Tempo di libri», dove è programmato vi è il lancio del doppio Meridiano Mondadori (cioè, la collana dedicata ai classici immortali) dedicato a Don Milani. All’evento partecipa addirittura il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, alto papavero piddino ora in forza, come tanti suoi simili, alla Fondazione Agnelli. Gli alti rappresentanti dello Stato non sembrano disturbati dalla controversia. Andrebbe ricordato del resto, che la Fedeli fu il ministro accusata di aver introdotto il gender nelle scuole. 

 

Ma non è tutto: la manifestazione libraria fa davvero centro, perché a celebrare il Don Milani, insozzato da giorni dell’accusa più infamante (specie per un uomo di chiesa negli ultimi anni) non c’è solo un ministro, c’è il papa stesso, che manda un accorato videomessaggio:

 

«Mi piacerebbe che lo ricordassimo soprattutto come credente, innamorato della Chiesa anche se ferito, ed educatore appassionato con una visione della scuola che mi sembra risposta alla esigenza del cuore e dell’intelligenza dei nostri ragazzi e dei giovani».

 

I giornaloni applaudono questo Pontefice che si identifica con il sacerdote della Lettera ad una professoressa.

Il 20 giugno 2017, Bergoglio si inginocchia sulla tomba di Don Milani a Barbiana «Pregate perché io prenda esempio da Don Milani…»

 

Poche settimane, il 20 giugno, Bergoglio si inginocchia sulla tomba di Don Milani a Barbiana (non lontano dal Forteto…): «Pregate perché io prenda esempio da Don Milani…»

 

Cosa dobbiamo pensare? Che chi informa il papa, gli ha nascosto la polemica tremenda scatenatasi poche settimane prima nei confronti dell’uomo che si è recato ad omaggiare?

 

Non sappiamo. Tuttavia dobbiamo vedere i segni. L’ambasciata americana presso la Santa Sede qualche giorno fa ha esposto da una finestra una bandiera LGBT.  Si tratta di un atto che il Sacro Palazzo dovrebbe considerare come ostile. Tuttavia, non ci è data informazione riguardo ad alcuna risposta diplomatica in merito. 

 

Molti lettori sapranno da dovere proviene il simbolo dell’arcobaleno LGBT: dalla Bibbia. L’arcobaleno, nella Genesi, è il segno annunciato da Dio a Noè come prova dell’alleanza:

Si prepara una «nuova alleanza della carne». I suoi segni colorati sono oramai visibili a tutti

 

«”Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando radunerò nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra”. Disse Dio a Noè: “Questo è il segno dell’alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra”» (Genesi 9, 13-17).

 

Si prepara una «nuova alleanza della carne». I suoi segni colorati sono oramai visibili a tutti.

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

 

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