Spirito
Bergoglio e il Grande Imam indonesiano chiedono un’azione interreligiosa per combattere il “cambiamento climatico”
Nuovi episodi di sincretismo bergogliano durante il viaggio apostolico indonesiano.
Firmando una dichiarazione congiunta con il Grande Imam musulmano dell’Indonesia, Papa Francesco ha esortato all’«unità e all’armonia» interreligiosa, mettendo in guardia contro la «disumanizzazione e il cambiamento climatico».
All’inizio del suo ultimo giorno intero in Indonesia nell’ambito del suo viaggio in Asia, Papa Francesco si è unito al Grande Imam Nasaruddin Umar per quello che è stato definito il momento culminante della sua permanenza nel Paese: l’incontro interreligioso presso la moschea Istiqlal di Giacarta e la firma congiunta di un documento con l’Imam Umar.
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La dichiarazione chiede un’azione congiunta tra i leader religiosi per affrontare «due gravi crisi: la disumanizzazione e il cambiamento climatico».
L’87enne Pontefice ha visitato per la prima volta il famoso «Tunnel dell’amicizia», una galleria sponsorizzata dal governo di Giacarta che collega la moschea alla cattedrale cattolica di Nostra Signora dell’Assunzione.
L’Indonesia è una nazione musulmana all’87% e cattolica al 3%, ma fino a tempi recenti le relazioni tra le due religioni sono state per lo più pacifiche e il concetto di coesistenza e armonia è molto diffuso nella società.
Francesco si è congratulato con tutti i presenti per aver mantenuto il tunnel come «un luogo di dialogo e incontro», aggiungendo come «le diverse tradizioni religiose abbiano un ruolo da svolgere nell’aiutare tutti ad attraversare i tunnel della vita con gli occhi rivolti verso la luce».
Il suo discorso principale è stato pronunciato pochi minuti dopo, quando era seduto accanto a Umar in una tenda adiacente alla moschea. Dopo aver ascoltato i brani cantati dal Corano e letti dal Vangelo, Umar ha accolto calorosamente il Papa.
Sottolineando la moschea come luogo di culto islamico ma anche «una grande casa per l’umanità», l’Umar ha affermato che «chiunque è benvenuto a cercare il bene dell’umanità attraverso questa moschea».
I temi della tolleranza religiosa, dell’armonia e della coesistenza pacifica hanno già dominato le giornate del Papa in Indonesia, durante le quali ha incontrato leader politici e religiosi in numerosi appuntamenti, sia pubblici che privati.
Francesco ha ripreso questi temi nel suo discorso ai leader religiosi riuniti e all’Imam Umar.
Citando l’enciclica Evangelii Gaudium, ha affermato che il tunnel che collega i due edifici consente di «trovare e condividere una “mistica” del vivere insieme, della mescolanza e dell’incontro».
Vi incoraggio a proseguire su questo cammino perché tutti insieme, coltivando ciascuno la propria spiritualità e praticando la propria religione, possiamo camminare alla ricerca di Dio e contribuire a costruire società aperte, fondate sul rispetto reciproco e sull’amore reciproco, capaci di proteggere da rigidità, fondamentalismi ed estremismi, sempre pericolosi e mai giustificabili.
Utilizzando il tunnello come piattaforma per evidenziare i legami religiosi che desiderava ribadire, Francesco ha raccomandato a musulmani e cattolici di «guardare profondamente» dentro di sé per «preservare i legami tra voi», commentando che i rispettivi edifici fornivano luoghi di culto, ma che nel tunnel musulmani e cattolici potevano incontrarsi e scambiarsi idee: «ci sono spazi sia nella moschea che nella cattedrale che sono ben definiti e frequentati dai rispettivi fedeli, ma sottoterra, nel tunnel, quelle stesse persone possono incontrarsi e confrontarsi con le rispettive prospettive religiose».
Il filo conduttore, ha detto Francesco, è «l’unica radice comune a tutte le sensibilità religiose: la ricerca dell’incontro con il divino, la sete di infinito che l’Onnipotente ha posto nei nostri cuori, la ricerca di una gioia più grande e di una vita più forte di ogni tipo di morte, che anima il cammino della nostra esistenza e ci spinge a uscire da noi stessi per incontrare Dio».
Il Bergoglio ha anche sollecitato una continuazione della costruzione di relazioni tra credi. Francesco ha affermato per primo che il dialogo interreligioso non era solo «la ricerca di un terreno comune … a qualsiasi costo», poiché ciò «potrebbe finire per dividerci, perché le dottrine e i dogmi di ogni esperienza religiosa sono diversi».
Invece, il romano pontefice ha esortato a «creare una connessione in mezzo alla diversità, coltivando legami di amicizia, cura e reciprocità». Facendo questo, ha commentato il Papa, le persone potrebbero imparare «dalla tradizione religiosa degli altri» e unirsi nel «perseguimento degli stessi obiettivi: difesa della dignità umana, lotta contro la povertà e promozione della pace☼.
JAKARTA: After signing the Joint Declaration in Indonesia’s Istiqlal Mosque, #PopeFrancis spoke on forming inter-religious links, esp betw Islam & Catholicism, urging a connection in the midst of diversity & to commit ourselves to seek the truth together, learning from the… pic.twitter.com/I0Tf5qRWoM
— Michael Haynes 🇻🇦 (@MLJHaynes) September 5, 2024
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«L’unità nasce dai legami personali di amicizia, come pure dal rispetto reciproco e dalla difesa delle idee degli altri e dei loro spazi sacri», ha detto Francesco.
Il culmine dell’evento è stata la firma congiunta della Dichiarazione congiunta del documento Istiqlal 2024, «Promuovere l’armonia religiosa per il bene dell’umanità».
Sebbene più breve della controversa dichiarazione di Abu Dhabi del 2019 sulla «fratellanza umana,» il testo dell’Istiqlal ne riecheggia gli elementi chiave.
Il testo mette in luce «la disumanizzazione e il cambiamento climatico», iniziando affermando che «la religione è spesso strumentalizzata» nel fomentare la violenza e la guerra.
Quanto al cambiamento climatico, il testo attesta che «lo sfruttamento umano del creato, la nostra casa comune, ha contribuito al cambiamento climatico, portando a varie conseguenze distruttive come disastri naturali, riscaldamento globale e modelli meteorologici imprevedibili. Questa crisi ambientale in corso è diventata un ostacolo alla coesistenza armoniosa dei popoli».
Di conseguenza, la Dichiarazione di Istiqlal invita i leader religiosi a «cooperare per rispondere alle crisi sopra menzionate».
«Poiché esiste un’unica famiglia umana globale, il dialogo interreligioso dovrebbe essere riconosciuto come uno strumento efficace per risolvere i conflitti locali, regionali e internazionali, specialmente quelli fomentati dall’abuso della religione», aggiunge il testo.
Aderendo alla dichiarazione congiunta, il Papa ha affermato che «ci assumiamo la responsabilità di affrontare le crisi gravi e talvolta drammatiche che minacciano il futuro dell’umanità, come le guerre e i conflitti, purtroppo talvolta provocati dalla manipolazione della religione, e la crisi ambientale, che ostacola la crescita e la convivenza dei popoli».
Sia con il suo Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana (2019) che con la lettera enciclica Fratelli Tutti (2020), Papa Francesco ha cementato una caratteristica distintiva del suo regno papale, vale a dire una forma di «fraternità» e «unità» che sembrava separata dalla fede cattolica. Il testo di Abu Dhabi è stato anche descritto come apparentemente «ribaltare la dottrina del Vangelo» con la sua promozione dell’uguaglianza delle religioni in una forma di «fraternità».
Allo stesso modo, Fratelli Tutti è stato condannato dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò come promotore di una forma «blasfema» di fratellanza senza Dio e «indifferentismo religioso».
Questo tema della fratellanza umana sembra essere rinnovato nel testo dell’Istiqlal, con Francesco e l’Imam Umar che collaborano nello sforzo comune per questo valore tanto caro alla massoneria, come rivelarono, ai tempi di Fratelli Tutti e del documento di Abu Dhabi, le lodi sperticate proveniente da logge grembiuliste di tutto il mondo.
Di particolare risalto, ad ogni modo, anche la prossemica del papa in carrozzella, che si fa baciare in testa dall’Imam che sta in piedi, per poi, con grande dolcezza, baciare grato la mano musulmana.
Pope, Indonesia imam in joint appeal against religion stoking conflict.
Pope Francis warned against religion being used to stoke conflicts, in a declaration signed with a top Indonesian imam before he holds mass for tens of thousands in Jakartahttps://t.co/RG2NQcMEtS pic.twitter.com/4uWS763aCN
— AFP News Agency (@AFP) September 5, 2024
Come riportato da Renovatio 21, avevamo già visto il papa, non troppo amante del bacio dell’anello piscatorio da parte di altri, baciare la mano di personaggi di altre religioni, come quando in Israele si produsse in «kissini» ripetuti sulle dita di sopravvissuti ai campi di concentramento tedesco, intendendo, chiaramente, gli ebrei, perché delle migliaia di cattolici finiti nel campo di Dachau nessuno ha più contezza, figuriamoci il Bergoglio.
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Immagine screenshot da Twitter