Geopolitica

Bangladesh, rivolta contro la centrale elettrica cinese. La polizia uccide 5 operai

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews

 

 

Hanno assaltato il sito in costruzione esigendo i salari non pagati e meno ore di lavoro per il Ramadan. Forze dell’ordine: intervenuti per evitare attacchi a 900 lavoratori cinesi. Organizzazione umanitaria chiede risarcimento per le famiglie delle vittime. Il peso degli investimenti della Cina.

 

 

 

La polizia ha ucciso cinque lavoratori locali che hanno assaltato per protesta il cantiere dove è in costruzione una centrale elettrica a carbone finanziata dalla Cina

La polizia ha ucciso cinque lavoratori locali che hanno assaltato per protesta il cantiere dove è in costruzione una centrale elettrica a carbone finanziata dalla Cina. Il fatto è avvenuto il 17 aprile nel sotto-distretto di Banshkhali, hanno dichiarato ieri le autorità.

 

Circa 3.500 operai bangladeshi hanno protestato per ottenere gli stipendi non pagati e il diritto a lavorare meno ore durante il Ramadan, il mese sacro che i musulmani dedicano al digiuno e alla preghiera.

 

Secondo i resoconti ufficiali, la folla ha dato alle fiamme alcuni veicoli e attaccato le Forze dell’ordine; i poliziotti sarebbero intervenuti per evitare che i dimostranti si scagliassero contro 900 lavoratori cinesi impiegati nella realizzazione dell’impianto.

La folla ha dato alle fiamme alcuni veicoli e attaccato le Forze dell’ordine; i poliziotti sarebbero intervenuti per evitare che i dimostranti si scagliassero contro 900 lavoratori cinesi impiegati nella realizzazione dell’impianto

 

Le autorità hanno incriminato per incendio doloso e saccheggio i lavoratori che hanno compiuto il blitz. Quelli identificati sono però solo 11.

 

Secondo BenarNews, i danni ammontano a 150 milioni di taka (1,5 milioni di euro). Nel frattempo, l’organizzazione umanitaria Ain-O-Salish Kendra ha inoltrato al governo una richiesta di risarcimento di 30 milioni di taka (294mila euro) per ogni famiglia delle cinque vittime.

 

Per il 70% la centrale è di proprietà del locale S. Alam Group; il restante 30% è controllato dalle cinesi SEPCOIII Electric Power Construction Corp. e HTG Development Group.

 

Con l’aiuto di capitali di Pechino, il Bangladesh sta costruendo diversi impianti elettrici a carbone: una spesa inutile secondo i critici, dato che l’attuale capacità energetica nazionale supera la domanda dei consumatori.

Con l’aiuto di capitali di Pechino, il Bangladesh sta costruendo diversi impianti elettrici a carbone: una spesa inutile secondo i critici, dato che l’attuale capacità energetica nazionale supera la domanda dei consumatori

 

Dhaka è un partner della Belt and Road Initiative, il progetto di Xi Jinping per rendere la Cina il Paese leader del commercio mondiale. Dal suo lancio nel 2013, il Bangladesh ha ricevuto investimenti cinesi per 21,7 miliardi di euro

 

 

 

 

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Immagine d’archivio

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