Sorveglianza

Bagno pubblico richiede un codice QR per accedere e tiene traccia del tuo punteggio di pulizia

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Una startup con sede nel Maryland chiamata Throne Labs, pensa di avere la soluzione alla mancanza di bagni pubblici e puliti in città come Washington: servizi igienici pubblici basati su app che ti fanno entrare solo con un codice QR e che tracciano in che stato hai lasciato la latrina.

 

L’azienda afferma che sta risolvendo un vero problema che è stato esacerbato dalla pandemia di COVID-19: troppi pochi bagni pubblici, che tendono a colpire maggiormente chi non ha un alloggio, i bambini piccoli o le persone con disabilità, come riporta The Washingtonian.

 

«Pochissime persone creano problemi nei bagni, non rispettano questa comodità e poi la rovinano per la maggior parte», ha detto Jessica Heinzelman, COO di Throne Labs.

 

In pratica gli utenti «bisognosi» dovranno scaricare un’app e farsi scansionare un codice QR per entrare.

 

Ma l’innovazione più rilevante sarebbe un sistema di responsabilità in stile Uber, che non solo chiede agli utenti di fornire un feedback sulla pulizia di un determinato bagno, ma contribuirà anche al loro personale «punteggio del cesso».

 

Il bagno è anche abbastanza intelligente da dire se hai monopolizzato la tazza o l’orinatoio per troppo tempo grazie ad alcuni sensori di peso integrati.

 

In altre parole, verrà monitorato il tuo punteggio di pulizia come utente del bagno, una sorta di credito sociale escrementizio.

 

È stato notato che l’app escluderebbe per forza di cose anche le persone che potrebbero avere più bisogno di un bagno pubblico: ossia quelle sprovviste di smartphone che quasi sicuramente sono già senzatetto o ai margini della società. Inoltre sarebbero esclusi coloro che hanno le batterie scariche del proprio telefonino, ma che ciononostante gli scappa, così come coloro che non parlano la lingua o che più semplicemente non vogliono scaricare un’app che raccolga dati su come usano il bagno.

 

Ma l’ampliamento all’uso del QR code – che abbiamo visto privarci delle più elementari libertà costituzionali durante i mesi passati – non si ferma ai servizi igienici e va ben oltre. In Sri Lanka, causa la crisi energetica, il sistema digitale di pass «premiale» è già arrivato al comparto energetico: senza codice quadrettato, niente benzina. Senza QR, non ti muovi.

 

 Se pensate che assomigli molto al famigerato green pass, è perché in effetti ci somiglia: anzi è la stessa cosa.

 

Dopo averci imposto un codice digitale per entrare in ospedale, alle poste, in banca, nei luoghi sportivi, nelle palestre, al ristorante, al negozio sotto casa e via discorrendo pena la totale esclusione sociale, ora cercheranno di imporre un pass anche per andare in cesso.

 

 

Torna alla mente un capolavoro di animazione di Bruno Bozzetto, VIP – mio fratello superuomo, dove i lavoratori potevano usufruire del bagno ma per un tempo brevissimo, altrimenti venivano disintegrati da un raggio posto sopra di loro.

 

 

Altri possono ricordare una crassa ma gustosa commedia adolescenziale americana di fine anni Novanta, American Pie, dove uno dei protagonisti, vittima di uno scherzo da parte dei suoi compagni di scuola, si precipitava in fretta e furia nella prima toilette disponibile: se fosse stato richiesto un QR, come avrebbe fatto il simpatico Paul Finch a espletare i suoi impellenti bisogni fisici?

 

 

Ah, gli anni Novanta, senza internet, senza codici. Un’età dell’oro.

 

 

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