Epidemie

Aumentano in tutta Italia i casi di sanitari vaccinati contagiati e contagiosi (nonostante la doppia dose)

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Stanno aumentando in tutta Italia i casi dei sanitari che, nonostante l’inoculazione delle due dosi di vaccino, vengono contagiati da SARS-CoV-2 e a loro volta divengono untori. 

 

Questa volta la segnalazione forte e preoccupata arriva dal Nursing Up, il sindacato nazionale autonomo degli infermieri, nella persona del presidente Antonio De Palma attraverso un comunicato:  

Il sindacato Nursing Up: «Aumenta di ora in ora il numero degli operatori sanitari contagiati presso l’ospedale di Taormina (…) Inizialmente gli infermieri, tutti già regolarmente vaccinati, che si sono re-infettati di COVID erano solo 2 (…) Ora, secondo le nostre fonti ufficiose, i casi sono saliti a 20 in poche ore»

 

«Aumenta di ora in ora il numero degli operatori sanitari contagiati presso l’ospedale di Taormina. Secondo quanto ci riferiscono i nostri referenti, il focolaio sarebbe divampato lo scorso 2 maggio nel reparto di cardiologia. Inizialmente gli infermieri, tutti già regolarmente vaccinati, che si sono re-infettati di COVID erano solo 2, rispetto agli 11 casi totali tra pazienti e operatori socio sanitari. Ora, secondo le nostre fonti ufficiose, i casi sono saliti a 20 in poche ore, con gli infermieri contagiati che sarebbero già 5. Mentre attendiamo che la locale Direzione sanitaria confermi i dati ufficiali, abbiamo realizzato un report sindacale per capire quello che sta accadendo in Italia nelle ultime settimane».


Oltre a Taormina — prosegue il presidente di Nursing Up — «ci sono due infermieri contagiati al Policlinico di Messina sempre nelle ultime 24 ore. E poi in precedenza abbiamo i 7 infermieri di Abbiategrasso, i 2 di Pesaro e poi i casi precedenti del Moscati di Avellino (in tutto 3 infermieri), di Brescia e di Latina rispettivamente con 2 e 5 colleghi infettati».

 

A questi, aggiungiamo noi i casi di 3 infermieri di Reggio Emilia già vaccinati con la seconda dose e contagiati successivamente, tutti e tre con sintomi importanti — uno dei tre ricoverato qualche settimana fa in gravi condizioni.

 

Aggiungiamo noi i casi di 3 infermieri di Reggio Emilia già vaccinati con la seconda dose e contagiati successivamente, tutti e tre con sintomi importanti — uno dei tre ricoverato qualche settimana fa in gravi condizioni

La preoccupazione di De Palma e quindi del sindacato è collegata alla superficialità con cui la situazione viene affrontata — o, meglio, non affrontata — dagli organi competenti.

 

«Apparentemente — si legge ancora nella nota — sembrerebbero cifre irrisorie, ma in realtà ciò che ci preoccupa di più è la scarsa attenzione che le Regioni stanno dando a questi accadimenti. Si tratta come detto di infermieri che hanno ricevuto regolarmente la seconda dose del vaccino tra gennaio e febbraio. Le motivazioni dei contagi degli infermieri già vaccinati non possono essere semplicemente legate alla già nota non totale efficacia dei farmaci. Tutto questo non è sufficiente. Le Direzioni sanitarie fanno difficoltà a fornire informazioni ufficiali e questo ci lascia pensare, ancora una volta – si legge nella nota del sindacato – che siamo di fronte a quella superficialità che più volte abbiamo già pagato sulla nostra pelle durante questa emergenza sanitaria»

 

Queste vicende ci confermano, ancora una volta, un fatto inconfutabile: siamo davanti ad un farmaco sperimentale dalla più che dubbia efficacia e della più che dubbia sicurezza

Il sindacato fa presente inoltre quella che è la più grande preoccupazione dei sanitari, ovvero «la mancanza di politiche di programmazione tempestive ed omogenee, come gli screening di misurazione del livello anticorpale sul personale sanitario che noi come sindacato continuiamo a chiedere a gran voce alle aziende sanitarie. Solo così, evidentemente, si potrà agire ‘preventivamente’, per evitare l’esposizione al rischio contagio di quei colleghi già vaccinati, che operano nei reparti con pazienti fragili, e che potrebbero involontariamente diventare veicolo di contagio essi stessi nel momento in cui si infettano anche se già sottoposti alla seconda dose».

 

Queste vicende ci confermano, ancora una volta, un fatto inconfutabile: siamo davanti ad un farmaco sperimentale dalla più che dubbia efficacia e della più che dubbia sicurezza.

 

Cristiano Lugli 

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