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Attacco a Big Pharma: ecco la stretta di Trump sulla pubblicità dei farmaci da prescrizione

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Il presidente Donald Trump ha incaricato la Food and Drug Administration (FDA) di rafforzare le misure per garantire che la pubblicità dei farmaci da prescrizione rivolta ai consumatori sia trasparente e accurata. Lo riporta Epoch Times.

 

Ciò comporta l’obbligo per le case farmaceutiche di fornire informazioni più dettagliate sui rischi dei farmaci e un’applicazione più rigorosa delle normative federali in materia.

 

Con un memorandum presidenziale del 9 settembre, questa iniziativa potrebbe avere un impatto significativo sulle aziende farmaceutiche, che spendono miliardi ogni anno per promuovere i loro prodotti direttamente ai pazienti attraverso i media radiotelevisivi.

 

Le ripercussioni potrebbero estendersi ai nuovi media, con la FDA che intensifica il controllo sugli spazi digitali, inclusi influencer sui social media, annunci algoritmici, Intelligenza Artificiale (IA) e chatbot.

 

La pubblicità diretta al consumatore di farmaci soggetti a prescrizione, regolata dalla FDA dal 1962, si è diffusa dagli anni Ottanta. Fino al 1997, gli annunci dovevano includere descrizioni dettagliate di rischi ed effetti collaterali. Una norma introdotta quell’anno ha permesso alle aziende di menzionare solo i rischi principali, rimandando i consumatori a fonti come numeri verdi, siti web o medici per informazioni complete.

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Questa «adeguata fornitura» di informazioni ha favorito un’espansione del settore, che nel 2023 ha raggiunto un fatturato di 13,8 miliardi di dollari. Nel 2024, sette aziende hanno investito 3,3 miliardi di dollari per pubblicizzare 10 farmaci.

 

Le aziende farmaceutiche, rappresentate da Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, sostengono che le loro pubblicità siano accurate e utili, fornendo ai pazienti «informazioni importanti, basate sui fatti, utili e accessibili sulle opzioni di trattamento» e promuovendo decisioni informate con i medici.

 

Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda sono gli unici Paesi a consentire questa forma di pubblicità.

 

L’amministrazione Trump sostiene che l’omissione di informazioni sui rischi negli spot televisivi abbia avuto effetti negativi sulla salute degli americani. Le ricercatrici Janelle Applequist e Jennifer Gerard Ball hanno rilevato che il 94% delle pubblicità di farmaci si basa su richiami emotivi positivi, trascurando l’educazione del consumatore.

 

Secondo la FDA, tali annunci spingono i pazienti a discutere di farmaci con i medici, privilegiandoli rispetto a cambiamenti nello stile di vita. Uno studio del 2002 pubblicato dal BMJ ha evidenziato che i medici spesso prescrivono farmaci richiesti dai pazienti, anche se non sempre convinti della loro appropriatezza. Uno studio del 2003 su Journal of Medical Economics ha confermato che la pubblicità aumenta l’inizio dei trattamenti, ma migliora anche l’aderenza alle terapie. Tuttavia, può anche ridurre il rischio di diagnosi mancate.

 

Jessica Y. Ho della Penn State University ha notato che negli ultimi 30 anni l’uso di farmaci soggetti a prescrizione negli Stati Uniti è cresciuto drasticamente, tanto che i bambini nati nel 2019 potrebbero trascorrere metà della loro vita assumendoli.

 

La FDA eliminerà l’eccezione «Disposizioni adeguate» del 1997, obbligando le pubblicità a includere un elenco più completo di rischi ed effetti collaterali, un processo che potrebbe richiedere da uno a tre anni.

 

Nel frattempo, intensificherà l’applicazione delle normative esistenti. Negli anni Novanta, la FDA inviava circa 130 lettere di richiesta di conformità all’anno; nel 2023, solo tre. Il 9 settembre, ha inviato 100 lettere alle aziende farmaceutiche, esortandole a rispettare le norme. Inoltre, emetterà lettere contro la «pubblicità falsa e fuorviante» per farmaci «etichettati in modo errato», con possibili richiami, sequestri, sanzioni civili o, in casi gravi, accuse penali.

 

La FDA estenderà il controllo anche ai social media, includendo influencer, contenuti sponsorizzati, annunci mirati, contenuti generati da IA e chatbot.

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Il memorandum presidenziale, privo di forza di legge, è parte delle iniziative dell’amministrazione Trump per riformare l’industria farmaceutica. Il 9 settembre, la Make America Healthy Again Commission ha annunciato un rapporto per valutare l’impatto delle soglie diagnostiche e delle prescrizioni sulla salute mentale dei bambini.

 

A luglio, Trump ha chiesto alle aziende farmaceutiche di allinearsi alla politica del «prezzo più basso» per i farmaci soggetti a prescrizione, ma i produttori hanno avvertito che ciò potrebbe compromettere i costi di ricerca e sviluppo. Gli americani pagano quasi tre volte di più per i farmaci rispetto ad altri Paesi.

 

L’idea di colpire Big Pharma vietandone gli spot sui media – di fatto, il motivo per cui la copertura sui farmaci è praticamente sempre positiva, con omissione di tanti casi di effetti avversi – era un’idea portata innanzi in campagna elettorale dall’attuale segretario alla Salute USA Roberto F. Kennedy jr..

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

 

 

 

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