Terrorismo

Armi mandate in Ucraina riaffiorano tra i guerriglieri siriani a Idlib?

Pubblicato

il

Il capo della delegazione russa ai colloqui sulla sicurezza militare e sul controllo degli armamenti a Vienna, Konstantin Gavrilov, ha affermato che Mosca ha le prove che i terroristi nella provincia siriana di Idlib sono i beneficiari di alcune delle massicce spedizioni di armi occidentali in Ucraina.

 

Sul canale TV Rossiya 24, Gavrilov ha affermato che «c’è il pericolo della diffusione di armi leggere dalla zona di conflitto, in particolare Javelins, MANPADS e [armi] anticarro in tutto il mondo. Ci sono già fatti che queste armi vengono vendute al mercato nero e inviate in Medio Oriente, a Idlib. Abbiamo già visto il filmato».

 

L’affermazione è difficile da confutare al volo, poiché il Congresso degli Stati Uniti ha rifiutato di mettere in atto procedure di tracciamento efficaci, incluso nell’ultimo deposito di 40 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina.

 

Idlib, zona al confine con la Turchia, è conosciuta come punto caldo del terrore siriano: sarebbe, dicono, il luogo di morte del califfo Abi Bark al-Baghdadi, il noto vertice dell’ISIS nel momento di sua massima espansione. Come riportato da Renovatio 21, anche il suo successore Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi sarebbe risieduto a Idlib (nella zona occupata dai Turchi e al-Qaeda) prima di essere eliminato da un raid di cui si è vantato Joe Biden. Come riportato da Renovatio 21, nel novembre 2020, durante lo scontro tra Armenia (Paese vicino alla Russia) e Azerbaigian il ministero della Difesa armeno ha pubblicato il video di un militante siriano catturato che diceva di venire da Idlib. Tre settimane fa l’Intelligence russa ha accusato gli Stati Uniti di addestrare militanti dell’ISIS in Siria per la guerra in Ucraina. Un una presenza di terroristi siriani in Ucraina con il fine di vendicarsi dei russi è stata segnalato anche tre mesi fa.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Europol ha recentemente ammesso per bocca del suo capo Catherine De Bolle che le armi spedite in Ucraina potrebbero essere usate da «gruppi criminali» per anni.

 

Non si tratta dell’unica voce che ha cercato di discutere il problema del fiume di armamenti che stanno arrivando in Ucraina.

 

Pure gli li stessi funzionari USA ora stanno ammettendo che le armi inviate a Kiev stanno finendo al mercato nero. Quelle che non finiscono al mercato nero, è emerso, finiscono alle truppe ucraine che non sono in grado di utilizzarle in maniera corretta.

 

La portavoce degli Esteri del Cremlino Maria Zakharova ha dichiarato che le armi occidentali finiranno nelle mani di terroristi che minacceranno l’Europa.

 

Oltre ai jihadisti mediorientali che potranno comprare le armi nei bazar del mercato nero, si dovrebbe porre la questione di quante invece finiranno nelle mani dei battaglioni neonazisti  (in pratica, gli eurojihadisti).

 

Renovatio 21 ne ha trattato in diversi articoli di Renovatio 21,  con in mente la barbarie esportata anche qui da noi con il disastro balcanico negli anni Novanta.

 

La Russia potrebbe avere difficoltà a far uscire queste sue preoccupazioni.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno il capo della delegazione russa per il controllo degli armamenti a Vienna, Konstantin Gavrilov, ha dichiarato che il loro account Facebook è stato chiuso.

 

 

Più popolari

Exit mobile version